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«Quella pallottola poteva uccidermi, trovatelo»

Il racconto del 63enne di Dolo la cui auto è stata colpita sabato pomeriggio. Carabinieri di Mira a caccia del responsabile

Alessandro Abbadir
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MIRA

«Stavo percorrendo via della Fornace a 30 all'ora con una Yaris. Io abito in via Seriola a Dolo, e stavo andando a trovare mia mamma con l'auto di mia moglie. Mia mamma abita in via Gramsci a Mira Taglio. Improvvisamente ho sentito un botto improvviso sul parabrezza e una forte pressione sul torace. Solo grazie alla bassa velocità ho tenuto la strada e mi sono fermato evitando un incidente. Quella pallottola avrebbe potuto uccidere. Spero che chi ha sparato sia rintracciato e messo di fronte alle sue responsabilità e a quello che avrebbe potuto causare».

A parlare, il giorno dopo lo sparo che ha centrato la sua vettura, è Arturo Masiero, 63 anni, pensionato, fino a qualche anno fa residente in via Mar Egeo a Mira Porte, ma da qualche anno trasferito in via Seriola nel Comune di Dolo.

Sabato verso le 17 stava andando a trovare la madre 93enne in occasione delle festività. «Ho imboccato via della Fornace in direzione Mira, ma mentre stavo facendo una curva ad angolo retto, ho sentito un botto al vetro. Il proiettile, perforandolo, mi è venuto addosso, ma non mi ha ferito. C'è stato solo un arrossamento. Mi hanno ferito leggermente delle schegge di vetro. Non mi sono recato in ospedale ma ho chiamato subito in aiuto i carabinieri».

I militari della caserma di Mira, diretti dal comandante Massimo Andreozzi, sia il giorno di Santo Stefano che ieri, hanno condotto le indagini per individuare il responsabile del colpo esploso.

Sono stati sentiti alcuni testimoni. Degli spari si stavano sentendo nell'area da circa mezz'ora. Quello che appare chiaro è che quello sparato, è stato un grosso proiettile per la caccia ai cinghiali, esploso con un fucile o una pistola.

Il colpo è stato sparato in aria e con la ricaduta ha colpito l'auto guidata da Masiero. «Anche io ho rifatto il giro oggi» spiega Masiero «L’ho fatto più volte per cercare di capire se riuscivo a capire cosa è successo e da dove proveniva il colpo, ma non c'era nessuno. Il giorno di Santo Stefano eravamo tutti in zona rossa e non credo sia lecito sparare con armi del genere nelle vicinanze di vie di comunicazione e centri abitati. Forse qualcuno ha sparato da una casa». Le forze dell'ordine cercheranno di capire ora chi detiene nella zona armi da caccia registrate e se, e quali abbiano sparato nel pomeriggio di Santo Stefano. —

Alessandro Abbadir

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