Viaggio nelle librerie di Venezia: la riscoperta dei libri come regalo per Natale in tempi di Covid
I veneziani ritrovano il piacere di andare nelle librerie della città. Fra i titoli più richiesti l’autobiografia di Obama, Follett e Montanaro
Manuela Pivato
VENEZIA. È stato il bene rifugio durante il lockdown, poi il compagno di un’estate casalinga, ora è tra i doni più desiderabili per sé e agli altri, secondo una tendenza che ha stupito gli stessi librai i quali tutto si sarebbero aspettati nell’ultimo scorcio del 2020 fuorché avere (anche) la coda fuori dalla porta. Come è accaduto domenica mattina alla libreria MarcoPolo in campo Santa Margherita, affollata di veneziani (nel rispetto delle regole, quindi non più di tre per volta) in cerca di un romanzo da regalare o regalarsi in vista di un Natale da procioni sul divano.
Il piacere delle pagine
Il libro resiste, anzi avanza, si fa largo e surclassa gadget tecnologici, candele profumate, moffole di lana. La voglia di altro dallo schermo di computer, dal display del telefonino, dai social ha restituito il piacere delle pagine da leggere, come una delle poche certezze di questo tempo incertissimo.
Più evasione
Ne è convinto Giovanni Pelizzato, titolare della libreria La Toletta. «Il libro è stato riconosciuto come genere di prima necessità», spiega Pelizzato, « in questo momento c’è più bisogno di evasione e di approfondimento e quindi si legge di più». Romanzi, saggi, libri per ragazzi. Ken Follett in testa, con “Fu sera e fu mattina”, seguito da Roberto Saviano e il suo nuovo libero “Gridalo” e dall’autobiografia di Barack Obama.
La perdita
«Registriamo una perdita del 25% di fatturato rispetto all’anno scorso», continua Pelizzato, «ma stiamo subendo meno di quanto temessi, soprattutto in confronto ad altre categorie. Inoltre, noto con grande piacere che la libreria viene vista come un luogo da frequentare e da premiare». Tra gli scaffali, i veneziani cercano le novità. «C’è una grande ricchezza di offerta, sta uscendo tutto quello che era rimasto bloccato in primavera e che si somma alle proposte autunnali», dice ancora Pelizzato. E dunque spazio al fenomeno Valérie Perrin, e al suo “Cambiare l’acqua ai fiori” (e/o) il cui rifornimento (20 copie per volta) va via in pochi giorni.
Il libro di Obama
E ancora, “I leoni di Sicilia” di Stefania Auci, naturalmente i romanzi storici di Antonio Scurati, ma anche un singolarissimo “Storia marittima del mondo” di David Abulafia, più di mille pagine su quattro millenni di uomini e rotte. «I libro è stato riscoperto», conferma Francesca Dal Mas della libreria Goldoni, in calle dei Fabbri, «forse perché c’è più tempo, anche per la riflessione, in un momento in cui la gente ha bisogno di cose più profonde». Tra gli scaffali della Goldoni trionfano l’autobiografia di Obama, e l’ultimo thriller di Donato Carrisi “Io sono l’abisso”.
La ripresa
Claudio Moretti, della libreria MarcoPolo, in un normale pomeriggio di metà settimana, non ha quasi il tempo di rispondere al telefono per seguire i suoi clienti veneziani e gli ordini dei clienti di fuori città. «La ripresa del libro c’è, forse anche perché la gente non ha molto da fare», spiega il librario. «Però è vero che la gente si è affezionata, ritorna, chiede, s’informa e quest’anno ha deciso di regalare libri».
Il libro come regalo
Nello spazio di campo Santa Margherita si assottigliano soprattutto le pile di “Club Godo”, cartografia del piacere della spagnola Jüne Plã, e “Il libraio di Venezia” – con la città sommersi dall’acqua alta in copertina – di Giovanni Montanaro, che gioca in casa. Nella città semi deserta, è soprattutto davanti alle librerie che i veneziani si fermano, anche per decidere di spedire un libro in un’altra città come regalo. Al Mare di Carta, Cristina Giussani smista gli ordini anche per l’estero.
Gift card
«La città è evidentemente deserta, ma io sono abituata a chiamare i problemi sfide e dunque abbiamo sostituito il lavoro al quale eravamo abituati con altre cose», spiega la libraia. Come gli acquisti delle biblioteche che hanno compensato parzialmente i danni del lockdown. O le spedizioni online, nei pacchetti con la conchiglia. E ancora la gift card: buoni da 50 euro da spendere il negozio.
La piaga Amazon
«Quest’anno, finalmente, la gente ha iniziato a capire che Amazon è una piaga e preferisce venire in negozio», continua, « i risultati si vedono e possiamo dire che il lavoro di questo dicembre è allineato con quello dell’anno scorso». —
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