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Superato il limite degli ottocento morti. In Terapia intensiva nel Veneziano ci sono 63 persone

Nove vittime, in area medica ricoverati quasi 500 pazienti. Il sindacato: «Un eccessivo uso delle cooperative»

Laura Berlinghieri Giovanni Cagnassi
2 minuti di lettura

VENEZIA. Il raggiungimento del record delle terapie intensive, l’ennesimo picco di nuovi casi e il superamento degli 800 decessi. Quella di lunedì è stata l’ennesima giornata nera nel Veneziano.

GLI OSPEDALI

Il fronte che più preoccupa è quello ospedaliero. Con un allarme che nella seconda ondata era stato lanciato per le sole aree mediche (461 ricoveri), ma che ora impone a una riflessione per le terapie intensive, visto il raggiungimento del record del 29 marzo, con 63 ricoveri in rianimazione. Cifra eguagliata ieri, con un’impennata sul giorno prima: +9, un posto letto in più ogni 3 ore scarse.

Dato che si integra con i «pochi» decessi: 9 in 24 ore. Suggerendo che il mancato incremento dei posti letto in terapia intensiva, nei giorni scorsi, fosse dovuto anche all’elevata mortalità. Che preoccupa, dato che ieri si sono superate le 800 vittime (806). Il virus corre, non accontentandosi dei record e inanellandone un altro: i nuovi contagi, 688 in 24 ore.

UNDICIMILA CONTAGIATI

I veneziani positivi salgono quindi a 11.812. Proseguendo sul fronte ospedaliero, dovrebbe aprire a breve l’ospedale di Noale, per i pazienti Covid in via di guarigione. Commenta Daniele Giordano di Cgil: «La direzione insiste nell’utilizzare le cooperative per attivare i posti letto procedendo con la privatizzazione della sanità pubblica, senza provare a gestire direttamente la struttura. Ci sarebbe tutto il tempo per impiegare infermieri e oss che si trovano nelle graduatorie aperte. Faremo il possibile per evitare questo ennesimo schiaffo alla sanità pubblica».

L’OSPEDALE DI CHIOGGIA

Prosegue il sindacato, segnalando la situazione di grande stress cui sono sottoposti gli operatori: «Nell’ospedale di Chioggia si prevede la chiusura della week surgery per recuperare personale per il reparto Covid di Medicina». Una situazione che si accompagna ai tanti contagi tra gli ospedalieri, a cui ieri si sono aggiunti un paio di medici di base: uno a Mestre e uno in provincia.

Infine, l’altro fronte è quello delle Rsa, con i numeri dell’Usl 3: 494 ospiti contagiati (quasi il 16%) e 246 operatori.

Passando al Veneto orientale, i pediatri di libera scelta hanno iniziato a eseguire i tamponi rapidi sui bambini in età da nido e scolastica. L'iter ha preso avvio, secondo quanto già previsto dall’accordo collettivo nazionale e dal protocollo regionale di attuazione.

I TAMPONI DEI PEDIATRI

I tamponi rapidi saranno effettuati al di fuori degli ambulatori. Sono state individuate due sedi: una a San Donà, all’oratorio della parrocchia San Giuseppe Lavoratore, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12, e il sabato dalle 9 alle 11. La seconda sede, a Portogruaro, nella tensostruttura della Parrocchia di San Nicolò, dal lunedì al venerdì dalle 16.15 alle 16.45.

Antonio Pulella farà i test nel distretto socio sanitario dell’Usl 4 a San Michele al Tagliamento. Spiega il direttore generale dell’Usl 4 Carlo Bramezza: «Nella seconda fase, l’età media si è abbassata e i contagi stanno interessando tanti bambini. L’accordo con i pediatri agevola i genitori e rappresenta un importante aiuto al personale aziendale, permettendo al Sisp di far fronte a un notevole aumento dei tamponi in età pediatrica, legati al mondo della scuola. A ogni studente positivo si genera puntualmente un’ondata di contatti da sottoporre a screening».

I pediatri, nelle varie sedi individuate, si sono organizzati con il supporto di una segretaria e un’infermiera. Orari e giorni per i tamponi saranno concordati tra pediatra e genitore. — 

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