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Caorle, nuovi accertamenti nella palestra gestita dal culturista trovato morto

Sequestrate altre confezioni di medicinali. L’amica: «Mi aveva detto che non si sentiva bene»

Rosario Padovano
2 minuti di lettura

CAORLE. Altre confezioni di medicinali sono state sequestrate, su impulso della Procura di Pordenone, nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Alberto Clementi, il campione di body bulding, stroncato da un attacco cardiocircolatorio mentre si trovava seduto nel bagno nella sua casa di Caorle, in via del Quadrante, alle 3 di notte di sabato scorso. Alle 40 confezioni di integratori e farmaci trovati nell’abitazione del 49enne, si aggiungono svariate confezioni rinvenute anche nella sede della palestra Valchiria Gym di via Perugia, che Alberto Clementi gestiva da qualche anno, dopo una precedente attività in viale Buonarroti, non lontano dall’abitazione teatro della tragedia.

Gli inquirenti però stanno percorrendo due piste per dare una spiegazione alla morte improvvisa di un uomo conosciutissimo a Caorle e sulla cui reputazione non si sono mai addensate ombre. In casa oltre ai farmaci e alle confezioni di integratori, che Clementi assumeva regolarmente per mantenersi in forma, i carabinieri hanno rinvenuto anche una sostanza di colore bianco, che potrebbe essere stupefacente. In merito gli inquirenti non smentiscono si tratti di cocaina.

Per il medico legale Antonello Cirnelli, intervenuto subito sul posto, le modalità della morte di Clementi sono simili a quelle di chi ha appena assunto droga. Il fisico non avrebbe retto lo stress. Nel bagno c’era sangue dappertutto, e secondo i rilievi è fuoriuscito dalla bocca e dal naso del campione. Intanto no è stata ancora decisa la data dell’autopsia. Oggi è in programma un colloquio tra il pubblico ministero della Procura di Pordenone titolare dell’inchiesta, Marco Faion, e il medico legale Antonello Cirnelli. In videoconferenza potrebbero collegarsi anche i carabinieri di Caorle e Portogruaro che indagano sulle due piste. Al vaglio è anche la posizione della compagna di Alberto, colei che ha dato l’allarme. Deve restare a disposizione. I militari vogliono capire come le sostanze, farmaci e non, siano entrate nella casa di Alberto. «Mi aveva detto che negli ultimi giorni non si sentiva in forma». Questo ha raccontato un’amica del campione, commentando la notizia della sua morte. Sui social sono tanti coloro che lo ricordano, soprattutto i clienti della sua palestra. Dotato di grande carisma, competente come pochi nel suo campo, Alberto Clementi nonostante la mole, era dotato di grande sensibilità. Nato a Torre di Mosto, località di origine della madre Gianna Clementi, maestra, Alberto è cresciuto in un clima di grande affetto con la mamma e i nonni materni. La passione per il culturismo nacque negli anni giovanili di Alberto, prima ancora di svolgere il servizio militare. Ottenne 30 anni fa un successo mondiale a Barcellona, ma tutti a Caorle ricordano il titolo italiano conquistato nel 2013 a Peschiera del Garda, a pochi chilometri da casa, ottenuto dopo il compimento dei 40 anni. «Ringrazio di cuore tutti», aveva scritto sui social il giorno del suo 49° compleanno, il 21 novembre scorso, «chiedo scusa in anticipo se non riesco a rispondere». —


 

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