Case di riposo, contagiato un anziano su 10
Le situazioni più gravi ora sono nelle strutture a Dolo e Scorzè. L’Uripa: «Dobbiamo dare più assistenza con organici ridotti»
Alessandro Abbadir Laura Berlinghieri Rosario PadovanoMESTRE
I numeri raccontano di una situazione sempre più complessa nelle case di riposo. Dei 3.101 ospiti delle strutture nell’Usl 3, ben più di uno su 10 (il 13.25%) è positivo al Covid. Precisamente, 443, di cui 32 ricoverati in ospedale. Un numero che supera di un centinaio il picco di 349 della prima ondata. Ed è un aggravarsi della situazione che ripete i dati sugli operatori, con il contagio che interessa 208 persone (su 3.551); ben oltre le 137 di metà aprile. Nonostante le attenzioni, gli argini sono stati rotti praticamente in tutte le residenze della provincia. Notizia di ieri, l’ampliamento del focolaio agli Anni sereni di Scorzè, che registra 103 contagi: 77 tra gli anziani (oltre a un decesso) e 30 tra gli operatori. E si è allargato il cluster all’Ipab Mariutto di Mirano, con il virus che è permeato nel nucleo Ciclamino, contagiando 15 anziani. A questi si aggiungono i 33 positivi al Lavanda e i 4 ricoverati, per un totale di 52 ospiti contagiati e 25 operatori in isolamento. Altro fronte che preoccupa, quello della Residenza Riviera del Brenta di Dolo, dove risultano circa 130 casi: una novantina tra gli ospiti e una quarantina tra gli operatori. Da aggiungersi ad almeno 4 decessi. La presidente Anna Maria Giannuzzi Miraglia si è chiusa nel silenzio. E poi si aggiunge un nuovo fronte: quello della residenza Santa Margherita, a Fossalta di Portogruaro, dove risultano 28 contagi: 24 tra gli ospiti e 4 tra gli operatori. Ancora, si è ampliato il focolaio al centro Nazaret di Zelarino, dove i casi sono una ventina, di cui 12 tra gli anziani. E il cluster si è allargato anche alla Santa Maria del mare di Pellestrina, dove risultano una decina di positivi tra gli ospiti, oltre a un caso tra gli operatori. E un caso si registra anche al centro psichiatrico. «Nella prima ondata c’era il lockdown, ora no. Ora, al loro rientro a casa, gli operatori delle rsa trovano una famiglia “in movimento”. Viviamo in una società che ha scelto di non chiudere e queste sono le conseguenze», commenta Roberto Volpe, presidente veneto di Uripa (l’associazione delle rsa pubbliche). «I contagi tra gli operatori ha come conseguenza la diminuzione dell’organico. Siamo nella situazione paradossale di dover dare più assistenza agli ospiti, ma con meno personale». Proseguendo tra le strutture della provincia, si è contato un operatore positivo all’Adele Zara di Mira. Sempre in provincia, sta migliorando la situazione alla Don Moschetta di Caorle, dove però si conta una seconda vittima: Flora Carrer, 93 anni, originaria della frazione di Ca’ Corniani. «Soffriva di gravi patologie e non aveva i sintomi da Covid», osserva il direttore Paolo Giacopello. «In passato aveva resistito a due arresti cardiaci». Dai 39 positivi di 15 giorni fa, ora il totale degli ospiti contagiati nella rsa è sceso a 24, a cui aggiungere 8 operatori. Ma oggi si attendono nuove negativizzazioni. Alla Ida Zuzzi di San Michele ci sono 3 ospiti (solo uno sintomatico) e 2 operatori positivi. Una buona notizia: è diventata “Covid free” la struttura Ire San Lorenzo a Venezia. Mentre sono scesi a 11 i casi all’Antica scuola dei battuti di Mestre: 7 ospiti e 4 dipendenti. E stanno arretrando i contagi anche a Villa Fiorita e Villa Althea a Spinea, dove si contano però 38 decessi. Rimangono 13 gli ospiti, di cui due ricoverati, e 10 gli operatori positivi. Mentre alla Stella Maris del Lido, che ha affrontato 12 decessi, ci sono 13 anziani (3 in ospedale) e 4 lavoratori contagiati. —
Alessandro Abbadir
Laura Berlinghieri
Rosario Padovano
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