Il piano del sindaco non è noto «Portatelo al voto in consiglio»
m.ch.
mestre
Il Recovery Fund è parte del Next Generation EU, approvato il 21 luglio e che istituisce un fondo temporaneo da 750 miliardi di euro che sarà operativo dal 2021 al 2024. Il fondo affiancherà il budget pluriennale approvato per il 2021-2027, che varrà complessivamente 1100 miliardi di euro. Parlamento italiano, Regioni e Comuni attraverso l’Anci, l’associazione dei sindaci: tutti puntano ad intercettare una parte di queste risorse. Lo fa anche Venezia, come ha ribadito pochi giorni fa in un dibattito online con i giovani Federalisti di Venezia, il vicesindaco Andrea Tomaello. «Fare bene e ottenere aiuti in fretta», ha ribadito Tomaello che il Parlamento europeo lo conosce bene e che è critico sul piano perché prevede parte di fondi a fondo perduto ma soprattutto legati a prestiti. Riqualificazione urbana, portualità, cittadelle dello sport, trasporti non inquinanti sono alcuni dei temi del Piano del Comune, spiega. Pronta a discuterne è la opposizione di centrosinistra in consiglio comunale, ha ribadito il consigliere Pd Emanuele Rosteghin, che ha proposto anche una città “internet free”, che investe in portualità, in innovazione come alternativa alla monocultura turistica, nell’ambiente. Ma se si chiede di visionare il Piano del Comune, in parte accolto dal Piano della Regione, non si ottiene, per ora, risposta. E infatti una interrogazione di Giuseppe Saccà(Pd) e Cecilia Tonon (Venezia è tua) chiede che quel piano, valore 3,9 miliardi collegati al Recovery fund, sia illustrato in consiglio comunale, dopo gli annunci durante la campagna elettorale.
La interrogazione chiede che «venga reso pubblico il piano in maniera tale che il Consiglio possa discuterlo per arrivare, auspicabilmente, ad un voto unitario per sostenere le richieste», dicono i consiglieri. Obiettivo arrivare ad un documento unanime come è successo per la Legge speciale. —
I commenti dei lettori