In pensione ma torna a fare il medico a Eraclea: «I bambini sono meglio degli adulti al tampone»
Ernesto Ridolfi, 70 anni, ha sentito il dovere di tornare a prestare il suo prezioso servizio per aiutare il personale sanitario dell’Usl4
Giovanni Cagnassi
ERACLEA Medico sempre. Una missione vera per Ernesto Ridolfi, 70 anni, storico medico di medicina generale a Eraclea da pochi mesi in pensione che ha sentito il dovere di tornare a prestare il suo servizio e aiutare il personale dell’Usl4 nel momento dell’emergenza covid. Assessore ai servizi sociali e sanità del Comune di Eraclea, è in pensione da marzo. Ma quando ha sentito che c’era bisogno di sanitari a tutti i livelli per rinforzare organici e personale non ci ha pensato un secondo e ha dato la sua disponibilità volontariamente in accordo con il dipartimento di prevenzione. Quando al palazzetto dello sport di Eraclea ha visto le code di persone che attendevano il tampone, lui è arrivato puntuale e si è unito al personale sanitario. E lo sta facendo ancora, ogni giorno, quando serve un aiuto di chi ha i capelli bianchi e tanta esperienza. Ha effettuato i tamponi soprattutto nelle scuole e al palazzetto dello sport di via Largon in stretto contatto con l’Usl 4, poi i vaccini antinfluenzali.
Cosa ha provato quando si è ritrovato a indossare il camice protettivo?
«È un’esperienza contingente, dovuta certo alla situazione di emergenza. Si avverte lo stato di tensione della gente che ha paura perché non sa cosa possa accadere da un giorno all’altro. Ho visto pazienti, anche miei vecchi pazienti, che purtroppo sono morti e per me è stata una sofferenza profonda. L’indice Rt sta diminuendo in Veneto così come nel nostro territorio, ma la gente non si sente tranquilla. I Comuni, a partire da Eraclea, stanno cercando di fare il possibile. I volontari sono in prima linea e stanno facendo molto per far rispettare dove necessario il distanziamento, l’uso delle mascherine, l’igienizzazione».
Come si comportano le persone a suo avviso sapendo i rischi di contagio che si corrono ?
«La gente rispetta le prescrizioni ed è attenta, questo lo devo segnalare. Vogliono informarsi, chiedono cosa devono fare in caso di contatti e tempi trascorsi. Vogliono essere informati anche a proposito della metodica dell’Usl che è molto repentina e finora ci ha consentito di scoprire nuovi casi di contagio e ordinare gli isolamenti necessari. In due giorni abbiamo fatto tamponi a tutto il personale comunale e poi siamo andati anche nelle scuole».
C’è qualcosa che l’ha colpita in questa sua nuova esperienza?
«Posso dire che sotto il profilo umano mi ha colpito davvero l’immagine dei bambini della scuola materna al momento dei tamponi. Loro che sono piccoli e si sono comportati anche meglio dei grandi, ordinati, rispettosi. E pochi hanno pianto. È stato commuovente». —
Giovanni Cagnassi
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