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Carbone addio, Enel investirà 400 milioni per convertire a metano la centrale di Fusina

Anche Edison stanzierà 300 milioni, sorgerà un nuovo deposito di gnl alla Decal e un parco fotovoltaico di Eni

Gianni Favarato
2 minuti di lettura

MESTRE. Dopo il petrolio e la chimica del cloro, Porto Marghera dà l’addio anche al carbone. L’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, presentando nei giorni scorsi la nuova Strategy di mercato della società, compartecipata dallo Stato italiano, ha confermato la tansizione energetica che mobiliterà nei prossimi anni un totale di 190 miliardi di euro di investimenti per la decarbonizzazione dell’economia e l'elettrificazione dei consumi.

Per la riconversione della centrale a carbone di Fusina – la prima ad essere riconvertita insieme a quelle di Brindisi, Civitavecchia e La Spezia – con il meno inquinante gas metano, Enel prevede un investimento di 400 milioni di euro e ha presentato, nel marzo scorso il progetto al ministero dell’Ambiente per la valutazione dell’imbatto ambientale. Alla messa al bando del carbone annunciata da Enel, si aggiungeranno il rifacimento, con una mega turbina costruita da Ansaldo in arrivo via mare al porto di Venezia, della centrale a gas Edison Levante di Marghera – per renderla più efficiente dal punto di vista energetico e in grado di produrre minori emissioni di Co2 e biossido di azoto, con un investimento da 300 milioni di euro.

E poi c’è il deposito di gas naturale liquefatto di Venice lgn spa, che sarà realizzato nell’area di Decal a Marghera non appena il progetto, da oltre 100 milioni di euro, otterrà il parere positivo della commissione per il Via del ministero dell’Ambiente. A Porto Marghera non mancherà, a partire dall’anno prossimo, l’energia pulita e rinnovabile del sole con un parco fotovoltaico di 10 mila pannelli nelle aree industriale dismesse di Eni con un investimento di oltre 3 milioni di euro.

Si tratta di un investimento complessivo di 900 milioni di euro che finiranno per risanare e rilanciare un’area di “crisi complessa”, come Porto Marghera, che negli ultimi tre decenni ha visto una raffica di chiusure di fabbriche con migliaia di dipendenti e ha subito un danno ambientale e umano enorme con le emissioni di fumi tossici e cancerogeni e di reflui e rifiuti che hanno inquinato la laguna e le aree industriali. Nata cento anni fa, grazie all’interramento di una parte della laguna, per ospitare la nascente industria petrolifera e siderurgica e le centrali termoelettriche, rifornite via mare di greggio e carbone. La svolta arriva solo oggi, non solo con l’abbandono definitivo del carbone a favore del gas, ma anche un progetto per rifornire le navi con un combustibile meno inquinante come il gas naturale liquefatto e produrre energia elettrica energia pulita e rinnovabile con un grande parco fotovoltaico. Il piano di abbandono del carbone da parte di Enel, in sintonia con le direttive europee e nazionali e gli accordi internazionali per la riduzione dei “gas serra” – prodotti in grande quantità dalla combustione del carbone, – prevede anche la riconversione a gas della centrale Palladio di Fusina. Entrata in funzione nel 1965, la Palladio e l’ultima centrale di Enel ancora attiva a Venezia – dopo la chiusura della Volpi di Marghera – alimentata dal carbone e da una frazione di rifiuti solidi urbani non riciclabili (Css) forniti da Veritas che producono emissioni considerevoli, pur sotto i limiti ma comunque dannose per la salute, di polveri e anidride carbonica nell’aria. Concluso l’iter di autorizzazione, probabilmente nella prima metà del prossimo anno Enel conferma che «sarà così possibile dismettere completamente la centrale a carbone di Fusina di utilizzare infrastrutture già esistenti in ottica di economia circolare e di assicurare un’adeguata continuità sia occupazionale che di stabilità del servizio elettrico». Per il futuro degli oltre duecento dipendenti della centrale di Fusina, Enel chiarisce che «alcuni continueranno a lavorare nel nuovo polo energetico che si intende realizzare nel sito e altri saranno accompagnati nel percorso di sviluppo che permetterà loro di acquisire nuove competenze per lavorare in altre aree in sviluppo del Gruppo Enel, cogliendo le opportunità della transizione energetica». «Il percorso avviato a Fusina» sottolinea Enel «verrà portato avanti in continuo dialogo con la comunità e le istituzioni locali, sviluppando anche altri progetti complementari di innovazione e sostenibilità, aperti al contributo di idee ed alla progettualità del territorio». —

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