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Omicidio Boraso, Boulaied ha confessato

Il 23enne accusato di aver ucciso una 59enne nel luglio scorso si trova in carcere a Venezia. L’avvocato: «Ha collaborato»

Rosario Padovano
1 minuto di lettura

PORTOGRUARO

Svolta nel caso dell'omicidio di Marcella Boraso, la donna uccisa all'età di 59 anni il 21 luglio scorso nella sua casa in via Croce Rossa. Il principale accusato dell'assassinio, Wail Baoulaied, 23enne di origine marocchina, ha confessato il delitto. Secondo il suo avvocato, Marco Barella, era stato richiesto un interrogatorio dal carcere di Santa Maria Maggiore. Wail ha chiesto e ottenuto di parlare con il pm di Pordenone che conduce l'inchiesta, non ancora conclusa, Carmelo Barbaro. «Il mio assistito» ha riferito Barella «ha collaborato in modo pieno fornendo tutte le risposte. Se chiederemo il rito abbreviato? È presto per dirlo».

La piena confessione di Wail è sembrata coincidere con la dinamica dell'efferato omicidio, ricostruito in ogni dettaglio all'epoca dal medico legale Antonello Cirnelli. Le macchie di sangue sulla maglietta analizzata dal medico legale erano della Boraso; per ucciderla l'assassino avrebbe prima picchiato la Boraso, poi più volte colpita con un coltello e un martello.

Subito dopo l’interrogatorio è stato informato il procuratore capo di Pordenone, Raffaele Tito.

Wail era finito nel mirino delle forze dell'ordine più volte da inizio anno, ma sebbene gli episodi a lui ascritti fossero numerosi, non era mai stato trasferito in carcere. Di lui si erano occupate le telecamere di Striscia la Notizia: avevano pizzicato Wail mentre rubava soldi da una lavanderia a gettoni. Il 23enne poi era finito nel mirino poche settimane prima dell'omicidio per aver appiccato il fuoco in più punti di Portogruaro.

I suoi commenti, a detta dei vicini di casa, sono sempre stati spregiativi verso le donne; la sua avversione spiega anche un altro episodio inquietante, l'incendio alla sede del Portogruaro Calcio Femminile, poco distante dall'abitazione che Wail occupava in maniera abusiva.

Dopo vari solleciti dell'Ater le pratiche per cacciarlo di casa avevano raggiunto un binario morto. In questo contesto è maturato l'orrendo fatto di sangue.

Wail e Marcella si conoscevano, erano in amicizia, ma quella maledetta notte, nella quale Boulaied avrebbe potuto e probabilmente dovuto essere già detenuto per i reati commessi in precedenza, si erano di nuovo incontrati nell'appartamento.

All'ennesima richiesta di soldi Marcella si era ribellata: ha pagato con la sua vita. Da lì la furia omicida con il susseguente incendio appiccato per non lasciare tracce e scoperto solo l'indomani dai vigili del fuoco.

A poche ore dalla Giornata internazionale contro la violenza alle donne Wail Boulaied ha vuotato il sacco. Pentimento sincero o strategia per avere uno sconto di pena? —

Rosario Padovano

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