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Pili, battaglia in aula Brugnaro: «Nessun progetto agli atti. Un mare di bugie»

La polemica sui conflitti di interesse. Opposizioni all’attacco. Ma il sindaco insiste: «Area edificabile da vent’anni. Nessun atto approvato dalla mia giunta»

Alberto Vitucci
2 minuti di lettura

VENEZIA.

«È sempre lo stesso film. Quell’area è edificabile da vent’anni. Da sei anni, da quando sono sindaco, sull’area dei Pili non si è fatto nulla. Nessun atto è stato presentato o in corso di istruttoria. Stiamo parlando del nulla. Non ho mai avuto e non ho conflitti di interesse, perché di quella società non mi occupo e l’ho affidata a un blind trust. L’opposizione faccia proposte invece di farci fare in questo momento un Consiglio comunale straordinario su questi argomenti».

Un’ora e mezza di intervento. Per rispondere alle accuse presentate dai consiglieri di opposizione che hanno raccolto le firme per discutere dei progetti in corso nell’area dei Pili.

Alla fine il consiglio vota - 22 voti a favore, 16 non votanti – la mozione della maggioranza che sprona al recupero dell’area dei Pili, per sottrarla all’abbandono.

Il sindaco Luigi Brugnaro ricostruisce la cronistoria del terreno di Marghera che la sua società aveva acquistato all’asta nel 2006. 42 ettari al prezzo di 5 milioni di euro, perché il terreno era inquinato. «Erano pochi, come dice qualche fenomeno, ma allora perché nessun altro ha partecipato all’asta?»

Area sequestrata per nove anni, interessata dalla bonifica pagata dalla Montedison con 42 milioni di euro e realizzata in parte dal Magistrato alle Acque. Edificabile grazie al Piano regolatore del 1999.



Brugnaro fa parlare il dirigente dell’Urbanistica, Danilo Girotto. Che ricostruisce piani e autorizzazioni. E alla fine precisa: «Le ditte citate non hanno mai avuto contatti con i nostri uffici, né in via diretta né tramite altri uffici o Gabinetto del sindaco. Non risultano istanze da parte di soggetti privati e negli ultimi anni non è stata approvata alcuna variante».

Non basta, secondo il consigliere rossoverde Gianfranco Bettin. «Noi abbiamo chiesto altro», si inalbera, «il sindaco poteva chiudere il dibattito annunciando la querela ai soggetti che avrebbero millantato contatti con lui».

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I consiglieri del Pd Sambo e Saccà, Marco Gasparinetti e Andrea Martini insistono: «Il sindaco deve spiegare».

Brugnaro perde le staffe. «Questa è un’operazione verità, si è detto un mare di bugie». E rilancia l’ipotesi del nuovo palasport da 15 mila posti ai Pili.

«Quello è il luogo ideale», dice, «mi prendevano in giro perché nel 2018 ho portato in Consiglio la Coppa? Nel frattempo ne abbiamo vinto un altro di scudetto, e chi non lo capisce non sa cosa significa lo sport».



Per costruire l’impianto sportivo che farà anche da Pala congressi, dice Brugnaro, è necessario l’apporto finanziario dei privati. Ma quello che potranno o non potranno fare lo deciderà la città, il Consiglio comunale».

L’alternativa, continua, è quella di trovare il finanziamento per il palazzetto nei fondi pubblici. Voi che siete al governo, provvedete».

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Difende il suo vicecapo di gabinetto Derek Donadini, sotto accusa per le mail che si sarebbe scambiato con il rappresentante della società del miliardario di Singapore Ching, nel frattempo licenziato e in causa con i suoi ex referenti, che lo hanno denunciato alla Procura. «Donadini si occupa di operazioni urbanistiche, ne ha fatte tante», dice Brugnaro, «sono fiero del suo lavoro, ci ha permesso di risolvere problemi lasciati aperti da anni come il buco del Lido, la stazione di Mestre, l’Ospedale al Mare».



«Ma stiamo parlando di una speculazione edilizia, non del recupero ambientale», ribatte Monica Sambo (Pd). Andrea Martini (civica) insiste sul fattore della sicurezza. «È un’area tossica, come intende il sindaco affrontare la questione?».

Sara Visman (Cinques Stelle) invita a «fare chiarezza sui rapporti avuti con i rappresentanti del gruppo Ching». Ma Brugnaro tira dritto. Sono a disposizione per ogni chiarimento», dice, «dovremo fare il palasport, ma anche lo stadio e la piscina. E attirare investitori privati. Perché non ci spiegate chi ha fatto scappare Zamparini, chi ha fatto il tram? Come dice papa Francesco, il chiacchiericcio è peggio della pandemia. Fate proposte per il futuro della città». —



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