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Tessera, alt alla bretella Italia Nostra fa appello al ministro e all’Unesco

«Irregolarità procedurali e violazioni». Un milione e mezzo di metri cubi da scavare nel sito protetto, 500 milioni di spesa

Alberto Vitucci
2 minuti di lettura



Un milione e mezzo di metri cubi da scavare nel sottosuolo in gronda lagunare. Quasi 500 milioni di euro per un progetto «vecchio», che non serve al territorio. E una serie di violazioni di norme commessa durante l’iter di approvazione del progetto. Linea dura, quella decisa da Italia Nostra nazionale, contro il progetto della nuova bretella aeroportuale sotterranea. Una «grande opera» avviata escludendo la Soprintendenza e la stessa Italia Nostra dalla fase di discussione. Adesso Italia Nostra, dopo aver scritto al ministro per l’Ambiente Sergio Costa, fa appello all’Unesco. Nella memoria inviata, si ricorda come il progetto sia fatto «in violazione delle direttive del WHC, il World Heritage Committee. Che in più occasioni nel corso delle assemblee mondiali (Istanbul, Cracovia e Baku nel 2019) ha chiesto al governo italiano di sospendere nuove grandi opere e di dare comunicazione in via preventiva dei nuovi progetti alla stessa Unesco.

In questo caso invece il progetto va avanti. La decisione di modificarlo e di realizzare la galleria sotterranea, con un percorso di otto chilometri che arriva anche a 12 metri sotto il terreno – con le fondazioni a meno 35 – è stata presa nel 2017, con la firma di un Protocollo di intesa tra la Save, la società di Enrico Marchi che gestisce l’aeroporto, l’Enac (Ente per l’Aviazione civile) e Rfi, la società delle Ferrovie dello Stato. Il treno veloce dovrebbe così arrivare all’aeroporto. Ma non in una stazione di testa. Per tornare indietro verso Mestre con il cosiddetto «cappio, una inversione a U sottoterra. «Un assurdo dal punto di vista trasportistico», lo hanno bocciato gli esperti come Maria Rosa Vittadini. E un costo sproporzionato, quasi 500 milioni di euro.

«Non si capisce a chi serve questa grande opera», denuncia l’urbanista Stefano Boato, «esiste una variante molto più economica e utile al territorio, che Rfi non ha preso in considerazione».

Sulla vicenda ha chiesto più volte chiarimenti anche il deputato veneziano del Pd Nicola Pellicani. «Il collegamento con l’aeroporto è atteso da anni», ha scritto in una interrogazione al ministro dei Trasporti, anche lei Pd, Paola De Micheli, «ma il progetto costava 100 milioni e non era impattante come questo, che costa cinque volte tanto». «Priorità nazionale», ha risposto la ministra. Spiegando che le procedure sono in corso e l’intervento è già finanziato.Ma le associazioni non ci stanno.

La presidente nazionale di Italia Nostra Ebe Giacometti ha inviato al ministro Costa una memoria, firmata anche dal presidente del Consiglio nazionale Carmine Abate e dalla presidente della sezione veneziana Emanuela Vassallo, in cui si elencano le «irregolarità procedurali» riscontrate. La presentazione in ritardo rispetto ai termini previsti dalla legge del 2016, dello Studio di Impatto ambientale, la Via regionale (e non nazionale) e la richiesta ripetuta due volte di integrazioni ai progettisti. —

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