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Mose. Conca e lunata di Lido, opere sbagliate. Danni a carico di progettisti e imprese

Il rapporto firmato da Linetti, Zincone e Berti inviato ai commissari e alla Corte dei Conti. Costo di oltre 400 milioni

Alberto Vitucci
2 minuti di lettura

LIDO. 

La conca e la lunata sono state progettate e realizzate con errori gravi. Imprese e progettisti ora devono risarcire i danni. Un rapporto durissimo, quello messo nero su bianco dall’ex presidente del Provveditorato, Roberto Linetti, dal provveditore Cinzia Zincone e dal consulente tecnico Mario Berti.

Un atto di accusa inviato anche agli amministratori straordinari del Consorzio Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola, e alla Corte dei Conti. Si ipotizza un danno erariale di centinaia di milioni. E il ritardo conseguente alla conclusione di tutti i lavori del Mose. La Procura della Corte dei Conti ha già avviato negli ultimi anni diversi accertamenti sulle opere «non fatte a regola d’arte». Adesso arriva il nuovo rapporto.

Nel mirino la conca di navigazione di Malamocco. Tornata alla ribalta negli ultimi giorni per i danni evidenti portati all’economia portuale dai prolungati sollevamenti della barriera del Mose per le acque alte. «Sistemare subito la conca», la richiesta arrivata. Ma la conca sembra difficilmente adattabile alle esigenze della nuova navigazione.

Nel febbraio del 2015 la sua porta lato mare era stata gravemente danneggiata dal maltempo. Ma anche la porta lato laguna si è rivelata non adatta a sostenere le spinte. La conca di Malamocco è stata progettata dalla Technital di Alberto Scotti, l’ingegnere progettista del Mose. Realizzata dall’impresa Cordioli, poi fallita. Un costo di 330 milioni di euro, grande opera richiesta dal Comune nel 2003 (sindaco era Paolo Costa, già ministro e futuro presidente del Porto), per rendere “indipendente” la portualità dalle opere di salvaguardia.

Ma la conca è sbagliata e pericolosa. Anche i piloti avevano dato allora parere contrario, vista la difficoltà di manovrare con quegli angoli stretti in mezzo al cemento le grandi navi in condizioni di mare agitato.

Per riparare la conca il Provveditorato ha affidato un incarico all’impresa friulana Cimolai per 30 milioni di euro, poi lievitati a 45. Una infrastruttura mai utilizzata – e insufficiente per le grandi navi – costata fin qui 375 milioni di euro. Quasi il doppio del nuovo ponte Morandi.

Altri 150 milioni sono stati spesi per realizzare le tre lunate al largo delle dighe foranee. Secondo il Comitatone, dovevano contribuire a diminuire le maree. In realtà sono state costruite per proteggere il Mose dai venti dominanti. Ma il loro influsso sulla riduzione delle acque alte è di un solo centimetro.

Anche qui progetto discutibile e lavori fatti male. La lunata del Lido, scogliera di massi arrivato dall’Istria e pagati a caro prezzo, frana in mare alla prima mareggiata. Solo poche ore dopo essere stata collaudata dagli ingegneri.

«Ma il collaudo avviene sui documenti e sui progetti», dice uno di loro, «se i lavori sono fatti male la responsabilità è del progettista e dell’impresa, non del collaudatore». Il progettista della lunata di Lido è sempre lui. L’ingegnere del Mose Alberto Scotti. L’impresa stavolta la Mantovani.

Il contenzioso è aperto. E adesso indaga la Corte dei Conti. —

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