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Il settembre mite regala un vino di qualità

C’è un calo nella raccolta del 10% compensato dalle ottime caratteristiche dell’uva. «Il bilancio è più che positivo»

Giovanni Monforte
2 minuti di lettura

san donà

Nei campi del Veneto Orientale la raccolta dell’uva volge al termine e il bilancio è positivo, in un’annata in cui sembrano spiccare soprattutto i vini rossi. La vendemmia 2020 sarà ricordata per l’alta qualità delle uve, sane e maturate in maniera adeguata, grazie anche a un mese di settembre per gran parte all’insegna del caldo e del bel tempo. «Il timore che il maltempo rovinasse il raccolto era tangibile», ammette Paolo Quaggio, presidente provinciale della Confederazione italiana degli agricoltori, «basti ricordare che a Verona, a fine agosto, il maltempo aveva flagellato i vigneti della Valpolicella. Per fortuna, invece, abbiamo avuto una coda dell’estate calda e non piovosa. In alcune aree la quantità è un po’ inferiore alle attese, ma in generale ciò viene compensato dalla qualità».

Il calo delle quantità, un po' al di sotto rispetto alle medie, è quantificato tra il 5 e il 10% in meno.

Ma la resa nel complesso è buona. Tanto più che in quest’annata particolare, contrassegnata dal lockdown che ha azzerato i consumi per tre mesi, non c’era bisogno che di uva ne arrivasse troppa. Cia Venezia ha tracciato il bilancio della vendemmia con i viticoltori del Veneto Orientale. Carletto Boatto, viticoltore di San Stino, parla di «qualità molto buona con rese sostanzialmente allineate agli anni scorsi, senza necessità di irrigare in primavera».

«I migliori», aggiunge Boatto, «sono il Cabernet Franc, lo Chardonnay e il Refosco. Mentre il Pino Grigio è sostanzialmente nella media». «Registriamo rese in linea con le altre annate, pur avendo anticipato la vendemmia di dieci giorni», spiega Ornella Bellia, celebre produttrice di Pramaggiore, «i risultati più apprezzabili li abbiamo dalle varietà a bacca rossa, la migliore vendemmia degli ultimi dieci anni con gradazioni zuccherine alte e polifenoli eccellenti, per un colore in svinatura meraviglioso. Siamo riusciti a contenere le fitopatologie».

Spostandosi nella vicina Annone Veneto, Manuele Marcolongo nella sua azienda ha registrato un calo della resa compreso tra il 15% dei bianchi e il 30% del Pinot Grigio.

«Ma alta qualità. Sono andati molto bene il Tocai, il Cabernet Franc e il Refosco, con punte di gradazione al 12,8», sottolinea. Se per i rossi il giudizio positivo è unanime, più controversa tra i produttori è la valutazione sul Pinot Grigio che però, grazie pure alle misure adottate dai consorzi di tutela sulla resa e stoccaggio, segna un importante recupero dei prezzi, ritornando su valori più remunerativi per i produttori. «Per noi è stata un’annata ottima per la qualità», conclude il viticoltore annonese Giorgio Puppin, «con una gestione delle patologie facile, senza picchi di rilievo. Bianchi con gradazione minima di 13%, rossi di 14%, Prosecco 11%, in un’annata caratterizzata da un calo sensibile del grado, se si considera che anche i tre consorzi all’unisono hanno concesso l’abbassamento della gradazione minima rispetto al disciplinare di produzione. Rese mediamente inferiori del 15 o 20%. Le varietà migliori Tocai per Lison doc e Merlot». —



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