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Punto da un calabrone rischia di morire: «Salvo per miracolo»

Protagonista Silvio Fregonese, storico sindacalista della Cisl di Fossalta di Piave. «Devo ringraziare i medici dell’ospedale di San Donà»

Giovanni Cagnassi
1 minuto di lettura

FOSSALTA DI PIAVE. Shock anafilattico, salvo per miracolo Silvio Fregonese dopo la puntura di un calabrone. L’81enne ex sindacalista Cisl, già presidente regionale Unci e ai vertici di Federcasalinghe, oltre ad aver lavorato per anni all’Enel, se l’è vista davvero brutta giovedì sera mentre si trovava nel suo vigneto e stava raccogliendo dell’uva dopo la vendemmia. Erano circa le 19 e Silvio stava per terminare il lavoro prima di tornare a casa e sedersi a cena assieme alla moglie. Quando ha preso in mano gli ultimi grappoli si è trovato un calabrone tra i rami che lo ha punto. Un dolore acutissimo, come un’ustione improvvisa. Ha sentito il cuore battere sempre più forte e un crescente senso di smarrimento.

Ha capito di essere in pericolo e così ha chiesto aiuto chiamando a casa. La figlia Loredana non ha perso tempo e lo ha accompagnato in auto fino al pronto soccorso di San Donà. Era chiaro che Fregonese era vittima di uno shock anafilattico a seguito di puntura di imenottero che poteva anche causarne la morte come avvenuto purtroppo in molti tragici casi.

Una grave forma allergica a rapida comparsa che poteva essere fatale per l’eccesso di istamina. A bordo dell’auto durante il viaggio da Fossalta di Piave a San Donà, l’81enne è quasi svenuto e miracolosamente non ha perso i sensi. Giunto al pronto soccorso, Fregonese è stato ricoverato per circa 4 ore con la somministrazione di flebo di cortisone e antistaminici senza sosta. Intorno a mezzanotte è stato dichiarato fuori pericolo.

«Devo ringraziare mia figlia per la prontezza», dice, «e soprattutto i medici del pronto soccorso dell’ospedale di San Donà che hanno lavorato in equipe per salvarmi la vita con una preparazione davvero ineccepibile. Non mi hanno lasciato un attimo. Devo anche dire che in queste situazioni in cui vedi la morte in faccia ti rendi conto dell’importanza di aver un ospedale vicino a casa, un punto di riferimento per ogni emergenza». —

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