Le sfide: riqualificare il centro storico nuovo piano del traffico riapertura della piscina
Il centrodestra si conferma alla guida della città: ecco i punti critici e urgenti su cui è necessario intervenire, in sinergia con gli altri enti
Rosario PadovanoI principali nodi
La piscina di via Resistenza, le roccaforti culturali da difendere, un sistema viabilistico da rendere più moderno, e ancora i collegamenti con le spiagge, il potenziamento dell’interporto e della ferrovia, la questione della proprietà della torre campanaria (Comune o Diocesi).
Di fronte a sé il nuovo sindaco di Portogruaro ha diverse sfide impegnative da affrontare che può vincere soltanto con un reale coinvolgimento della cittadinanza e delle istituzioni: Città metropolitana, conferenza dei sindaci, Regione. Portogruaro rischia di essere tagliata fuori, periferia del veneziano, subendo l’influenza del Friuli dal punto di vista economico, grazie ai benefici delle agevolazioni della regione contermine. E allora il nuovo primo cittadino ha di fronte a sé delle sfide da vincere, da qui ai prossimi anni.
La sfida maggiore da vincere è quella della riapertura della piscina. Il tema cardine degli impianti sportivi della città del Lemene è passato un po’ in secondo piano, soprattutto nel primo turno, come se l’argomento fosse dimenticato. Invece è di prepotente attualità. Una società come il Centro Nuoto Portogruaro è sparita; i lavori cominciati non sono stati portati a termine osservando con scrupolo il cronoprogramma; le colpe delle amministrazioni precedenti (non solo di quella Senatore) sono evidenti. La riapertura doveva essere fissata entro settembre, ma poi il termine ultimo è stato procrastinato. Quando riaprirà non lo sa nessuno, anche se la copertura della piscina sembra già pronta.
Il centro storico è un piccolo gioiellino e va preservato. Il traffico non fa bene ai portici che hanno bisogno di un restauro fisiologico: i privati da soli non possono agire, servono contributi pubblici. Anche la Lega aveva aperto a una parziale chiusura, magari istituendo delle zone a traffico limitato. Preservare il centro storico, con i suoi vicoli e le piazzette è priorità di tutte le forze politiche e anche in consiglio comunale la collaborazione dovrà essere massima.
Il tema della viabilità è molto sofferto. La nascita del nuovo supermercato di San Nicolò, impone la revisione del piano del traffico in una zona dove i malori e le malattie sono più frequenti, anche se non c’è una casistica precisa e completa. La rotondina di via Antinori va eliminata per non bloccare il traffico, ma soprattutto è necessario velocizzare i lavori di realizzazione della Terza corsia. Autovie Venete è a buon punto ma i mesi di lockdown hanno rallentato tutto. La porta nord della città resterà un cantiere aperto. La viabilità di servizio per il polo sportivo di San Nicolò è ancora assente.
Tra le idee del centrosinistra c’era quello di avviare un collegamento ferroviario con le spiagge. Ma questo lo aveva riproposto un anno fa anche l’Associazione Bibionese Albergatori. Portogruaro sarà costretta a fare sinergia anche con i comuni di San Michele e Caorle per diventare il polo di passaggio nel settore dei trasporti. Con questo sistema, sono convinti un po’ tutti, si potrà agevolare anche il traffico delle merci.
Cultura e scuola hanno sofferto molto nell’ultimo decennio. Il liceo Marconi, legalmente riconosciuto, non ha avviato una classe alle superiori, segno della crisi di questi tempi. Ma a Portogruaro è urgente anche la creazione di un asilo nido.
Il Punto nascita, Zaia o non Zaia, va potenziato con servizi all’avanguardia, perché qui le mamme vanno a partorire in Friuli e non si sa per quanto tempo l’azienda sanitaria 4 sosterrà due punti nascita prima della fusione con l’azienda 3 di Mestre. La difesa di Ostetricia dovrà essere ai primi punti dell’agenda amministrativa. Comitati Civici, unica lista non presente sulla scheda al ballottaggio, ha analizzato come gli ultimi tre decenni siano stati caratterizzati da una fuga di massa delle famiglie portogruaresi, mentre Oderzo e Pordenone sono cresciute. Anche i migranti rischiando la vita nel Mediterraneo dimostrano che ci si sposta dove si trova un sicuro lavoro. Era un’emergenza nel 2015, figurarsi adesso. Senza lavoro a Portogruaro non c’è futuro. –
Rosario Padovano
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