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Bonus Covid, grana in giunta «Diteci chi l’ha incassato»

Interrogazione urgente presentata dall’opposizione 15 giorni fa: nessuna risposta Il sindaco: «Non ho percepito nulla». L’assessora Scatto risponderà in Consiglio

Massimo Scattolin
1 minuto di lettura

SANTA MARIA DI SALA

Bonus Covid da 600 euro agli amministratori salesi: scoppia la grana in giunta. Chi ha presentato richiesta e chi l’ha eventualmente percepito, ma si trincera dietro questioni di privacy? La domanda è stata posta due settimane fa, attraverso un’interrogazione urgente, dai consiglieri Cristiano Coletto, Giovanni Vanzetto, Giuliana Andreello e Christian Giordan. «La scelta di chiedere il bonus è consentita dalla legge» premette Coletto «ma risulta politicamente censurabile se fatta da amministratori, non semplici consiglieri, che comunque hanno potuto beneficiare dell’indennità anche durante il lockdown. Quelle risorse avrebbero potuto essere destinate dallo Stato a concittadini più bisognosi». Sono 104 mila gli euro destinati nei mesi scorsi dall’ufficio Servizi sociali per venire incontro a 412 famiglie salesi.

«Chi ha comunque avuto un’indennità da amministratore, non certo il gettone da consigliere, durante il lockdown, a nostro avviso avrebbe dovuto astenersi dalla richiesta del bonus Covid» commenta con amarezza il consigliere Coletto «A due settimane dalla richiesta, però, non abbiamo avuto alcuna risposta».

La questione, prima di essere discussa in consiglio, è stata posta dal sindaco Nicola Fragomeni ai suoi collaboratori in una riunione di giunta. «Io non ho presentato domanda e non ho percepito nulla» premette il primo cittadino. «Abbiamo trenta giorni di tempo per rispondere» spiega l’avvocato Francesca Scatto (Lega), l’assessora più ermetica. «La giunta ha deciso che risponderà nelle sedi istituzionali adeguate».

Nessun problema ad anticipare la propria posizione in merito da parte dell’assessora Natascia Rocchi, avvocato: «Non ho fatto richiesta anche se avrei potuto, dato che la nostra cassa previdenziale ha elargito 600 euro ad aprile, 600 a maggio e 1000 di recente, ma io non ho nemmeno presentato domanda, non lo reputavo giusto». Anticipano la loro risposta anche altri assessori. Stefano Bacchini, dipendente di un’azienda che fa servizio pubblico, non poteva chiedere alcun bonus. Così il vicesindaco Alessandro Arpi e l’assessore Luca Morosin, entrambi dipendenti privati. Dipendente privato, quindi non titolato a chiedere alcunchè, anche il presidente del consiglio comunale Stefano Maso: «Non ho chiesto nè ricevuto nulla» chiarisce «Ma ricordo che l’interrogazione urgente prevede una risposta entro i 15 giorni soltanto se presentata in Consiglio. E non è questo il caso. In base al regolamento ci sono 30 giorni per rispondere all’interrogazione dei consiglieri». —



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