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La grande musica in Piazza San Marco Fenice, sfida a Covid e acqua granda

Orchestra e coro per la prima volta insieme. Più di mille spettatori, applausi a scena aperta. Ringraziamento di Ortombina

Vera Mantengoli
1 minuto di lettura



Ci volevano 1600 candeline per riportare orchestra e coro del Teatro La Fenice in Piazza San Marco. Ieri, in occasione delle celebrazioni della nascita della città che la leggenda vuole datare il 25 marzo 421 d.C., i direttori Daniele Callegari e Riccardo Frizza e il maestro del coro Claudio Marino Moretti, hanno celebrato Venezia con le musiche di Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini. La serata è stata dedicata al critico musicale Mario Messinis, scomparso lunedì notte, ricordato dal pubblico con un caloroso applauso.

«Per la prima volta dal coronavirus, a febbraio, il coro e l’orchestra si ritrovano per la prima volta insieme», ha detto il direttore artistico e sovrintendente della Fenice Fortunato Ortombina. «Il Teatro mancava dall’estate del 1996, quando si esibì dopo l’incendio del Teatro il 29 gennaio. Lo scorso 12 novembre, nei giorni della marea eccezionale, con il sindaco Brugnaro avevamo concordato di tornare, ma non sapevamo ancora cosa ci aspettasse. Ora, la Fenice ha dato più volte prova di rinascere, ma come si dice... it’s enough! (è abbastanza, ndr)».

Ortombina ha ringraziato il personale sanitario, la Protezione civile e le forze dell’ordine («Se siamo qui lo dobbiamo a loro»), applauditi dal pubblico, concludendo: «È un grande onore aprire le celebrazioni dei 1600 anni di Venezia. Per questo abbiamo scelto un programma che viene dal Risorgimento, la pagina più gloriosa della città che ha avuto un ruolo particolare per i musicisti e per le musiche che si cantavano per le calli».

Sotto un cielo stellato, tra le cascate dorate dell’installazione di Fabrizio Plessi e i mosaici bizantini della Basilica illuminata, le note delle arie più gioiose dell’opera italiana si sono diffuse in una Piazza trasformata per una notte in un prestigioso teatro all’aperto. Le voci della soprano Claudia Pavone e del tenore Piero Pretti hanno incanto i 1200 spettatori (800 cittadini sorteggiati dal Comune, alcuni abbonati al Teatro e gli inviti istituzionali) e i tanti cittadini e turisti che hanno partecipato dai tavolini dei Caffè o appoggiati alle transenne.

Il programma, scelto da Ortombina, è iniziato con il “Nabucco” di Verdi, per poi proseguire con “La gazza ladra” di Rossini, “I vespri siciliani” di Verdi, “Turandot” di Puccini, “L’italiana in Algeri” di Rossini e altre arie del Nabucco e de “La traviata” di Verdi, ultima “Libiam ne’ lieti calici”. Il coro, composto da 69 voci, e l’orchestra, formata da 72 musicisti sono stati applauditissimi dal pubblico in una serata che ha riportato Venezia al centro del mondo. —





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