«Ridare peso alla Municipalità» Baretta presenta la squadra
Tra i sei candidati solo Carella riconfermato per la sfida del Lido e di Pellestrina Marghera, torna Dal Corso. Per Venezia e le isole accordo su Borghi (Iveser)
Simone Bianchi
Le prossime elezioni comunali, al loro interno, offriranno una partita tutta da giocare: quella per le presidenze delle municipalità. Sei in tutto, dove la sinistra punta in modo particolare rivendicandone il ruolo, non quali scatole vuote, ma come strutture amministrative fondamentali nel dialogo tra cittadini e Comune, e provando a riportarle a vivere con deleghe e ruoli specifici. Concetti che ieri ha espresso a chiare lettere il candidato sindaco Pier Paolo Baretta, presentando i sei colleghi che correranno per le presidenze. Nomi frutto delle diverse espressioni della coalizione, con due candidati Pd (Gruarin a Mestre e Carella al Lido), uno dei verdi progressisti (Dal Corso a Marghera) e tre dei gruppi civici. «Ringrazio i presidenti uscenti delle municipalità, sapendo che arrivano da cinque anni difficilissimi per come sono stati trattati questi organismi istituzionali», argomenta Baretta, «e ringrazio chi ora si candida, accettando questa sfida. Mi auguro poi che le liste sospese (Venezia è tua a Zelarino-Chirignago e quelle che fanno capo a Giovanni Martini) superino la verifica. Mettiamo in pista persone di esperienza e con forte senso di responsabilità, che hanno a cuore il territorio. Loro usano termini come partecipazione, vicinanza al cittadino, amministrare bene, tutte parole in sintonia nella nostra coalizione. Ora vediamo lavori di asfaltature ovunque, e altri interventi del Comune. Ma perché solo adesso che siamo in campagna elettorale? Si è in grave ritardo su molte cose. Da qui si vede come le municipalità debbano avere deleghe e ruoli chiave, dai lavori pubblici alla cultura, dall’ambiente al contatto con le associazioni e alla sanità. Il nostro è un programma doveroso, del tutto alternativo a quello visto in questi cinque anni». Danny Carella (Lido-Pellestrina) è il solo presidente uscente a ricandidarsi nella sinistra e dice: «Una esperienza bella nel rapporto con persone e imprese, brutta per ciò che non ho potuto fare, visto che non ci è stato permesso amministrare. Le due isole devono avere la loro dignità, e il Covid ha messo in luce tutti i problemi dei presidi sanitari presenti, come pure per i trasporti. La burocrazia soffocante e il verde pubblico sono altri temi sui quali discutere” . Già in passato presidente a Marghera, Flavio Dal Corso aggiunge: «Bisogna ridare al decentramento un ruolo basilare. Abbiamo visto i maxi ritardi sulla piscina, sui lavori alle Vaschette e in tanti altri ambiti. Noi chiediamo la moratoria sull’inceneritore e che si torni a discutere sull’area industriale». Chi rivendica anche il cambio di nome, in Mestre-Carpenedo, è la candidata Marisa Gruarin: «Le municipalità vanno fatte rivivere in chiave moderna, devono essere protagoniste, anche in ambito scolastico, settore dal quale arrivo con 45 anni di esperienza. E questo coinvolgendo i giovani in progetti e idee, pensando al digitale davvero per tutti e alla ripresa del commercio». A Marco Borghi la sfida su Venezia, Murano e Burano. «Le municipalità derivano dai quartieri, e questi furono una enorme vittoria in passato. Ora devono tornare a essere luoghi vivi per il cittadino, comprese le loro sedi. Sarà una sfida dura». «Sport, scuola e ufficio Urp devono ritornare in municipalità», sottolinea Roberta Tossato, candidata a Favaro, «Ma va anche valorizzato il ruolo della polizia municipale». E infine per Chirignago-Zelarino, Renzo Rivis. «Hanno espropriato le municipalità di deleghe e funzioni, quando queste erano punti di ascolto basilari per i cittadini. Il nostro obiettivo è di riportare tutto questo, e cancellare il degrado nel quale è piombato il rapporto tra i residenti e l’Amministrazione». —
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