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«Consorzio, Thetis e Comar 250 posti di lavoro da salvare»

La Cisl veneziana chiede al governo di coinvolgere i sindacati nella nuova governance per la salvaguardia di Venezia e della laguna

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«La costituzione della nuova Autorità per Venezia deve coinvolgere anche le organizzazioni sindacali dei lavoratori per tutelare l’occupazione e la professionalità acquisiti dai lavoratori del Mose». A chiederlo è il segretario generale della Cisl veneziana, Paolo Bizzotto, che lancia un appello direttamente al Governo e in particolare al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli.

«Per la Cisl di Venezia e le sue federazioni di categorie dei lavoratori chimici edili e meccanici (Femca, Filca e Fim) già dai primi segnali di richiesta di riduzione degli occupati nella realizzazione del Mose» dice Bizzotto «si era individuata la soluzione per il mantenimento dell’occupazione di tutte e tre le aziende del Consorzio Venezia Nuova, Thetis e Comar nella salvaguardia della laguna e nella gestione e manutenzione del Mose». «Le competenze acquisite da questi lavoratori non potevano essere disperse con la fine dell’opera» aggiunge il segretario generale della Cisl veneziana «bene quindi che il nuovo soggetto proposto dal Governo, l’Autorità per Venezia, agisca per salvaguardare tutti 250 lavoratori e la loro professionalità ancora utile per la difesa di Venezia».

La Cisl veneziana chiede quindi al Governo che le organizzazioni sindacali dei lavoratori «siano coinvolti nella governance di una grande e complessa opera come il Mose e possano, dunque, partecipare a pieno titolo ai futuri progetti per la salvaguardia della laguna e del suo ambiente, visto quanto hanno contribuito professionalmente finora e senza nessun coinvolgimento nelle altre vicende dello scandalo del Mose».

Il mese scorso, durante le prove del Mose a cui ha partecipato anche il premier, Giuseppe Conte, il segretario della Cisl, insieme a quelli della Cgil (Ugo Agiollo) e della Cgil (Gerardo Colamarco) avevano ricordato al Governo i problemi da risolvere per la salvaguardia di Venezia sono anche il il pagamento degli stipendi dei 250 dipendenti del Consorzio Venezia Nuova e delle sue società controllate, Thetis e Comar, nonchè «la necessità di garantire il futuro occupazionale di tutti i lavoratori che sono attualmente impegnati, con la loro professionalità acquisita in anni di lavoro, nelle di completamento e avviamento dell’opera delle dighe mobili». —

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