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Dal Basso Piave fino a Chioggia Sindaci, è un coro di no al prefetto

Nessuna amministrazione vuole mettere a disposizione strutture per accogliere i migranti

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la protesta

Da Chioggia al Basso Piave. Il Prefetto ha chiesto ai sindaci di collaborare alla ricerca di siti dove eventualmente ospitate i migranti che necessitano di quarantene. Nonostante Zappalorto sia stato perentorio («altrimenti decido io»), tutti i Comuni chiamati in causa hanno detto no. Non si tratta di una rivolta, ma sicuramente il diniego aumenterà la possibilità che si arrivi a uno scontro.

«Sono convinto che Meolo non sia una delle priorità per questo tipo di destinazione», dice il sindaco Daniele Pavan, «Non siamo stati coinvolti su questo fronte e speriamo di non esserlo mai. Al prefetto abbiamo comunicato che non abbiamo spazi disponibili nell’immediato. Né, anche per ragioni tecnico operative, ci sembra percorribile l’uso dell’ex base di Marteggia». Gli fa eco il sindaco di Ceggia, Mirko Marin: «Le condizioni della nostra ex base non sono cambiate. Anzi, forse sono pure peggiorate, perché la vegetazione è diventata più folta».

«A Cavallino-Treporti non abbiamo aree militari adatte a ricevere migranti» risponde la sindaca Roberta Nesto «le strutture militari presenti nel litorale sono tutte s inadeguate». L’unica caserma agibile esistente è quella dei lagunari a Ca’ Vio che è attualmente in funzione». La prima cittadina non ha ancora ricevuto dalla prefettura di Venezia la richiesta di individuare spazi da destinare all’accoglienza dei rifugiati. Nel litorale esistono oltre 100 strutture militari dismesse per la gran parte risalenti alla prima guerra mondiale. Fra queste figurano alcune batterie, ma anche bunker e torri telemetriche.

«La caserma Tombolan Fava è attualmente del Comune di San Donà, non può essere requisita», ci tiene a sottolineare il sindaco Andrea Cereser. «Non è assolutamente in cuone condizioni. Senza gas, acqua, corrente. E poi è fatiscente. Ma quel che è più importante è che il Demanio l’ha assegnata al Comune fino al 2023».

Secco no alla richiesta del Prefetto di Venezia anche da parte del sindaco grillino di Chioggia, Alessandro Ferro, che oltre a sostenere di non aver a disposizione nessuna struttura che risponda alle esigenze avanzate, ritiene anche che la cittadina abbia già pagato un prezzo alto per la pandemia nei mesi acuti dell’emergenza. «Abbiamo dato risposta scritta alla richiesta del Prefetto giorni fa» spiega il sindaco, «comunicando che il nostro territorio non dispone di strutture adeguate al collocamento in isolamento di migranti risultati positivi al Covid 19».

Anche Scorzè non ha disponibilità di spazi. In questo momento l’ex base missilistica di Peseggia non è aperta al pubblico. «Si sta sistemando l’area» spiega la sindaca Nais Marcon «per renderla fruibile alle associazioni, come stabilito. Il prefetto aveva chiesto di avere una risposta da chi avesse dei posti disponibili ma non ne abbiamo».

Anche a Mirano ieri è arrivata la lettera del Prefetto, chiedendo se il Comune avesse delle strutture da poter mettere a disposizione. La risposta dell’amministrazione è stata perentoria: non ci sono spazi adeguati. Gli edifici pubblici sul territorio, sebbene non scarseggino, sono in gran parte occupati o comunque non sono attrezzati ad alloggiare persone per il periodo di quarantena.

L’unica ex caserma, quella un tempo usata dai vigili in via Macello, è già “prenotata” per ospitare, da settembre, i carabinieri la cui stazione dovrà essere restaurata.

«Abbiamo ricevuto da parte della Prefettura la richiesta di elencare possibili siti in cui collocare in caso di emergenza i migranti a Mira» spiega il sindaco Marco Dori. «Abbiamo risposto che non ci sono spazi a disposizione necessari. Abbiamo anche spiegato che le attuali strutture a disposizione anche ex militari e pubbliche non possono svolgere questa missione.

Di ex strutture militari» sottolinea «l’assessore al patrimonio Maurizio Barberini abbiamo solo Forte Poerio e lì certamente i migranti non possono essere messi. È una struttura che ora è parco pubblico. Esistono poi strutture militari come la caserma dei lagunari a Malcontenta, ma queste sono ancora adibite allo scopo militare e metterci i migranti certo non è possibile». —

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