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«Mose, la sabbia nei cassoni resta un problema irrisolto»

Stupore dal pool di ingegneri Di Tella, Sebastiani e Giorgi dopo la «figuraccia» delle sei paratoie rimaste sollevate per i sedimenti

e.p.
1 minuto di lettura
(ansa)

«Com’è possibile che non sia ancora pronta una soluzione al problema della sabbia che impedisce ai cassoni del Mose di rientrare nelle rispettive sedi? ». Si dicono «stupefatti e demoralizzati», gli ingegneri Vincenzo Di Tella, Gaetano Sebastiani e Paolo Vielmo. E a gettarli nello sconforto, ancora una volta, sono i problemi irrisolti del Mose. Perfino dopo la sfarzosa prova generale di inizio luglio, con il sollevamento delle 78 paratoie in contemporanea a favore di telecamera. Quando si è confermato ancora una volta il problema di sei paratoie bloccate dalla sabbia («una figuraccia»). Un problema del resto noto, e ammesso anche da Alberto Scotto, ingegnere capo della Technital e progettista del Mose, secondo cui ora si attende la costruzione di una macchina ad hoc per rimuovere i sedimenti. Ed è su questo aspetto che si scatenano le critiche del pool di ingegneri autori di un progetto alternativo al Mose (le paratoie a gravità) proposto dieci anni fa e poi scartato.

«Ora si apprende che i sistemi interni ai cassoni previsti per espellere la sabbia nel progetto definitivo sono stati scartati perché non funzionavano», attaccano gli esperti, «evidentemente anche in questo caso il Mose è passato alla fase “esecutiva” con un progetto del sistema di rimozione della sabbia non funzionante, senza avere una soluzione a tale problema». Il che, sostengono gli esperti, ripropone lo stesso modus operandi per un altro aspetto centrale: il funzionamento dell’opera in condizioni di marea difficili. E del robot pulitore, che dovrebbe garantire la pulizia dai sedimenti, per ora nemmeno l’ombra: «Sorprende che sia pendente l’attribuzione di un finanziamento di 1, 9 milioni di Euro alla Technital per “studiare” la soluzione (che quindi sembra non esistere ancora): in contesti “normali” il progettista è tenuto a rispondere in solido degli errori o carenze nella sua progettazione. Lascia il fatto che lo studio di un tale sistema sia affidato ancora a coloro che in decine di anni non sono riusciti a risolvere il problema. Su questi punti ora serve fare chiarezza». —



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