Vittorio, viaggi in gondola in tutto il mondo Marco e Andrea, l’impegno per Venezia
Orio ha vogato anche in America, Bassi si impegna da sempre per la Giudecca, Memo è un’istituzione a Burano e Mazzorbo

Vittorio Orio ha la passione per le avventure e il volontariato. Spesso le sue imprese sono state legate alla raccolta di fondi per la ricerca contro le malattie rare. È andato in pensione da gondoliere. Il mestiere di trasportare turisti lungo rii e canali di Venezia ha iniziato a farlo quando non si guadagnavano di certo grandi cifre e molti mesi all’anno si rimaneva fermi. Per cui, nella sua vita, ha svolto mille altre professioni ed è stato pure immigrato in Danimarca, per amore di una donna che ha sposato.
Sempre comunque l’acqua ha fatto da filo conduttore alla sua vita. Da bambino, come tutti i veneziani, nuotava nei canali e ha imparato a vogare non ancora adolescente. È orgoglioso di aver servito l’Italia: oltre due anni di servizio militare imbarcato nell’Amerigo Vespucci, come nocchiere e, dopo, su una dragamine. Con la gondola è andato ovunque. E per sfida. Quando, ad esempio, Indro Montanelli disse che i veneziani non avevano “gli attributi”, lui prese una gondola e grazie ad alcuni amici sponsor vogò fino a Trieste. Da quel momento, le imprese si sono moltiplicate. Dalla traversata del canale della Manica alla discesa del Danubio, da Vienna a Budapest.
Negli stati uniti
Poi la trasferta negli Stati Uniti, dove ha vogato insieme ad altri veneziani, da Albany fino a New York, ospiti dei vigili del fuoco della Grande Mela in occasione del Columbia Day. Con la moglie, e sempre su una gondola, ha circumnavigato il lago di Costanza. Non si è fatto mancare nemmeno il mare, da Venezia ad Ancona, quella volta che è stato ospite a San Pietro da Papa Benedetto XVI. E quando esce, ancora oggi, sulla sua gondola c’è sempre la bandiera degli Stati Uniti. —
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