Piste ciclabili, bike park e mobilità green Il decalogo degli amanti delle due ruote
Le associazioni hanno inviato alla giunta comunale un dossier per rilanciare il mezzo di trasporto non inquinante
Mitia ChiarinMitia Chiarin
Un decalogo inviato alla giunta comunale, in primis al sindaco Brugnaro, con i suggerimenti pratici per promuovere la mobilità ciclistica, quella sostenibile, nella fase 2 di rilancio cittadino. Il decalogo è stato preparato da Fiab Mestre – Amici della Bicicletta, Associazione Pedalia, Pedale Veneziano e Amico Albero. «Pur apprezzando alcune scelte politiche e il lavoro dei tecnici del comune e della Città Metropolitana in merito alla realizzazione delle infrastrutture ciclabili degli ultimi anni (vedi via Altinia, ex ferrovia Valsugana e altre), riteniamo che la fase 2 anche per quanto riguarda la mobilità sostenibile richieda scelte veloci ed intelligenti», scrivono. «La terraferma veneziana dovrebbe avere l'ambizione, partendo già da una situazione favorevole, di diventare punto di riferimento nazionale per la politica locale sulla ciclabilità». Il decalogo contiene azioni veloci; poi un documento di una ventina di associazioni indicherà le priorità dei prossimi 5 anni.
Oggi è necessario favorire le bici tradizionali ed elettriche ( al centro di bonus previsti dall’ultimo decreto del governo) con l’obiettivo di migliorare la salute, diminuire l’inquinamento, ridurre il traffico e aumentare la vivibilità dei centri urbani ma anche ridurre l’affollamento sui mezzi pubblici. Le idee non mancano: creare piste ciclabili “leggere” in corso del popolo, via Miranese tra nuova rotonda Piave- Circonvallazione e cavalcavia Giustizia; via Carducci, piazza Barche, via Forte Marghera intervenendo anche con la riduzione delle carreggiate da doppio senso a sensi unici, se necessario, e con interventi di moderazione del traffico (zone 30). Queste servono tra via Ca’ Rossa-San Donà-Bissuola-Vespucci; tra Circonvallazione-Piave-Carducci e tra via Forte Marghera-Olivi-Cappuccina-Corso del Popolo. Fondamentale è completare la pista ciclabile Mestre-Venezia con un park bici per pendolari ad uso immediato nella zona del Tronchetto.
E per affrontare la crisi del trasporto pubblico serve favorire la mobilità sostenibile con mezzi in condivisione: «le più efficienti alternative all’auto privata in città, per chi non vorrà prendere i mezzi pubblici, dovranno diventare tutti i mezzi in sharing: bici, e-bike, scooter elettrici e monopattini», dicono le associazioni.
Molto altro va fatto: far ripartire in fretta i cantieri Sfmr di Gazzera e via Olimpia; accelerare la progettazione e i cantieri di piste già finanziate (ciclabili a sud di Zelarino, del Ponte ciclopedonale sull’Osellino in centro a Mestre, la ciclabile sul cavalcaferrovia di Catene, gli interventi su via Miranese e via Triestina ) con un piano di manutenzione delle piste esistenti (hanno bisogno di lavori urgenti via Paccagnella, via Vallon e la ciclabile di Campalto). Servono campagne informative e incentivi per l’intermodalità. Più parcheggi nei punti di interscambio con bus, treni e tram; la possibilità di far salire le bici sui tram con abbonamenti speciali per la bici, e una connessione tra il park bici alla stazione di Mestre con il primo binario dove si fermano i treni per Venezia. —
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