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Piazza Indipendenza Un degrado senza fine e la fontana è senz’acqua

Giovanni Cagnassi
1 minuto di lettura

SAN DONÀ

Piazza Indipendenza dimenticata. Complice il lockdown di questi mesi, i sandonatesi, finalmente usciti di casa, si sono ritrovati il lastricato dell’agorà cittadina pieno di ciuffi d’erba spuntati tra le centinaia di mattonelle di granito baveno ormai annerite in più punti. La fontana-canale che fiancheggia l’immobile del Consorzio di Bonifica è ancora vuota e le pompe non sono in funzione, diventando ricettacolo di rifiuti. Come se non bastasse, sotto i portici, il pavimento di delicatissimo terrazzo veneziano, peraltro già crepato in più punti, è coperto delle deiezioni di piccioni che in questo lungo periodo non sono state pulite.

«Riteniamo ci possa essere anche un rischio sanitario», commenta un noto professionista che lavora in zona, «con questi escrementi in bella vista che hanno formato uno spesso strato». La piazza, vuota anche in periodi in cui non sono in vigore restrizioni di sorta, appare abbandonata a se stessa. In passato sono stati calcolati persino i costi di mantenimento di questa piazza, circa 2 mila euro al mese tra manutenzioni, pulizie e lavori generici. La fontana è stata spesso “spenta” e non sono state trovate alternative negli arredi, compresi gli alberelli malaticci, anche perché la piazza è soggetta a un vincolo della Soprintendenza. Costata quasi 4 milioni di euro, ormai spesi in un’altra era, non ha dato comunque quello slancio commerciale che ci si poteva attendere spostando addirittura un monumento, quello a Giannino Ancillotto che lambisce ora corso Trentin, aprendo gli spazi purtroppo rimasti vuoti. —

Giovanni Cagnassi

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