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A Venezia insorge il popolo delle partite Iva: «Tutti a San Marco Vogliamo riaprire ora»

Manifestazione spontanea dei commercianti mestrini davanti al municipio. Domenica si ritroveranno in piazza Ferretto, lunedì 4 l’idea di andare a Venezia

Marta Artico
2 minuti di lettura

MESTRE. «Adesso basta, vogliamo vivere». Esplode la rabbia dei commercianti del centro di Mestre, che si va ad aggiungere a quella degli esercenti di molti comuni della città metropolitana, i quali stanno organizzando manifestazioni a cascata che si moltiplicano in tutto il territorio e che confluiranno lunedì 4 maggio in piazza San Marco.

A Mestre ieri mattina i commercianti - titolari di osterie, le trattorie, ma anche bar, pasticcerie, saloni di bellezza e negozi storici - si sono ritrovati davanti al municipio di via Palazzo. Si sono dati appuntamento anche domenica mattina in piazza Ferretto per un bis della protesta.

Scopo? Farsi sentire, sfogare la rabbia, protestare contro le “chiusure forzate” e la riapertura posticipata al primo giugno di molte categorie lavorative, ma soprattutto le regole poco chiare e i “pesi diversi” applicati da ordinanze che si affastellano e che hanno ingenerato confusione.

C’era il Napa di piazzetta Allegri, Il Lupo Nero di Piazza Ferretto, il pub Mc Conor, tra i più famosi del “salotto cittadino” e ancora Ceola di Galleria della Torre, lo Sweet Caffè di via Fapanni, la Bottega del Caffè di via Olivi, Ai Do Fradei di via Ca’ Rossa e moltissimi altri. Un assembramento sicuramente non consentito, dettato dai debiti che non fanno dormire e dalla consapevolezza che dovranno tenere le saracinesche abbassate per oltre un mese, a differenza di altri. E che quando potranno riaprire, lo dovranno fare a condizioni che per tanti sono “proibitive”.

Tra loro anche una rappresentanza del “Relax & Caffè” della stazione di Venezia. «Signor sindaco noi a Mestre e Venezia abbiamo bisogno di lavorare, noi polentoni veneti siamo abituati a sacrificarci e pagare le tasse» grida il titolare della pasticceria Loredana.

Artigiani, imprenditori e commercianti chiedono l’azzeramento delle tasse, il posticipo delle imposte, aiuti economici, regole meno rigide. Vogliono sapere cosa devono fare, come potranno riaprire, in che termini sanificare. Gli esercenti domandano plateatici per tutti, unico modo per poter sfruttare la stagione estiva facendo qualche coperto.

Il take away non basta, il delivery neanche, specialmente per i bar. La Bottega del Caffè di via Olivi ci ha provato, ma incassa 80 euro al giorno e butta la metà delle brioche. «Riaprire indebitandosi non ha senso» spiega Andrea Capodiferro, titolare del Napa «io riapro venerdì per asporto, ci provo, sempre meglio che stare a casa a diventare pazzi. L’apertura di giugno è comunque troppo in là, perché per rendersi conto di cosa accadrà bisogna tentare, le tasse prima o poi arrivano, i i conti vanno saldati. Se non si prova è un alto nel bui doppio. Ci mantengono tutti fino a giugno? In qualche modo bisognerà pur andare incontro alle imprese. Inoltre non abbiamo indicazioni precise e senza non sappiamo come muoverci in merito a numeri, sanificazioni, dpi, spese». Infine: «Il Comune può iniziare concedendo plateatici a chi non li ha, e non far pagare la tassa».

Ad ascoltarli la vicesindaca, Luciana Colle, e l’assessora al turismo, Paola Mar, che hanno tentato di “sedare” gli animi.

Sempre ieri i commercianti, i parrucchieri e i titolari dei pubblici esercizi di Marcon, riuniti nel gruppo “Rialziamoci”, sono andati a protestare a Marghera, nella sede della Protezione civile, capitanati da Samuela Calza e Lorenzo Buoso. Domenica la protesta si ripete. I commercianti di Mestre si daranno appuntamento in via Manin, davanti al bar Monetine, per poi spostarsi in piazza Ferretto.

Gli imprenditori di Marcon andranno protestare davanti al proprio comune il 5 maggio, il 4 saranno a Venezia, il giorno prima a Casale, domenica si uniranno alla protesta di Mestre. La manifestazione generale che raccoglie tutti i pubblici esercizi e il mondo del commercio in lockdown, è in programma, invece, lunedì 4 maggio a Venezia. L’idea sulla quale stanno lavorando i vari gruppi, sarebbe quella di ritrovarsi in piazza San Marco alle 10, per poi dar vita a una catena umana silenziosa che si snodi verso Rialto e giunga, infine, a Ca’ Farsetti coinvolgendo il sindaco Brugnaro. «Dobbiamo unirci tutti» incalza Francesca De Nat di Relax&Caffè «solo così potremo farci sentire».

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