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Mattarella premia i Venice Calls Alice Andreanelli Alfiere della Repubblica

Il presidente della Repubblica ha scelto il gruppo di ragazzi che sono andati in soccorso della città dopo l’acqua

Carlo Mion
1 minuto di lettura

l’intervista

Alice da ragazzina sognava di diventare un astrofisico. Poi con il tempo e la sensibilità ambientale maturata anche grazie alla madre ha deciso che dopo il diploma al liceo Benedetti, si iscrive a Ingegneria ambientale a Padova. Alice Andreanelli è una dei 25 giovani che il Presidente Sergio Mattarella ha nominato Alfiere della Repubblica. Onorificenza al merito che Alice ha ricevuto per il suo impegno con il gruppo Venice Calls, durante i giorni dell’ “acqua granda” del novembre scorso. I ragazzi sono intervenuti in soccorso dei veneziani per asciugare case, raccogliere rifiuti e pulire, calli e campi, dai detriti lasciati dall’acqua e dalla tempesta della notte del 12 novembre. L’appello, di quei giorni, dei Venice Calls portò centinaia e centinaia di ragazzi volontari ad aiutare i veneziani. Vive a Dorsoduro ma è affascinata da Castello e Cannaregio dove «ci si può perdere» .

Alice come è nata questa onorificenza?

«Il gruppo aveva deciso di segnalare qualcuno di noi al Quirinale per quanto avevamo fatto durante l’acqua granda. Io ero l’unica delle ragazze che non era maggiorenne. L’onorificenza è destinata ai minorenni. Quindi sono stata segnalata. Per questo dico che non è un premio alla sottoscritta ma al gruppo e all’impegno che sta mettendo a favore della città da anni. Comunque sono felicissima e all’inizio pensavo, quando me lo hanno detto, di essermelo sognato. Sono contenta per il gruppo che mi ha accolto tra loro facendomi star bene anche se ero la più piccola. Avevo 16 anni quando ho partecipato a una loro iniziativa, per me la prima, di raccolta plastica».

Quando nasce l’attenzione per l’ambiente?

«Fin da piccola in casa ho sentito parlare di ambiente e di salvaguardia dello stesso. E lo devo soprattutto a mia madre che si è sempre impegnata per la tutela della terra. Per me è naturale pensare di dover dare qualche cosa a questa città e all’ambiente».

La passione per lo studio delle Lingue l’ha portata per sei mesi in Nuova Zelanda. Qui ha terminato il quarto anno del Liceo.

A 18 anni ci sono anche altri interessi, oltre all’impegno per l’ambiente. L’ultimo libro letto? E la musica preferita?

«Ho finito di leggere Peter Camenzind di Hesse, mi piace leggere e in particolare i romanzi e i grandi classici. Ora mi sto avvicinando alla Filosofia. Per il resto gioco a rugby e ascolto ogni genere dimusica».

Una pandemia ci sta cambiando la vita? Come immagina sarà il mondo finito tutto questo?

«Io non so quando e come finirà questa emergenza. Non ho la sfera di cristallo, Mi auguro però che l’uomo si renda conto che non si può più continuare come prima, con la stessa frenesia. La terra è una sola e va preservata». —

Carlo Mion

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