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L’incognita sagre sull’estate 2020 del Veneziano. A rischio un giro da decine di milioni

Centinaia gli appuntamenti da maggio fino all’autunno. Il timore di associazioni e parrocchie: «Ricadute sociali»

Eugenio Pendolini
2 minuti di lettura

VENEZIA.  L’incognita del coronavirus si abbatte su sagre, feste parrocchiali, notti bianche ed eventi culturali in tutta la provincia. Centinaia gli appuntamenti già programmati a partire da maggio e fino al prossimo autunno che coinvolgono decine di migliaia di residenti tra le isole della laguna, le città e le frazioni. E che ora, se non già preventivamente cancellate, restano appesi ad un filo. Complicato organizzate una sagra, massima espressione della convivialità, ai tempi del distanziamento sociale: tavolate, stand gastronomici, musica. Da unire, quest’anno, a mascherine e gel per le mani all’ingresso.

Se la speranza di feste (in tono minore) rimane, c’è un aspetto che preoccupa gli organizzatori oltre al rischio di un’estate senza fritture di pesce e lotteria di paese. Ed è il giro d’affari che le feste garantiscono: decine di milioni di euro in tutta la provincia. Soldi che, oltre a pagare i costi, servono a finanziare parrocchie, associazioni di volontariato, società sportive ed enti territoriali per le attività dell’anno a venire. Inevitabili le ricadute sociali, dunque, che si rifletteranno sul mondo del volontariato e sulla collettività tutta: dai bambini agli anziani.

Gli appuntamenti.

Sono centinaia i tradizionali appuntamenti in tutta la provincia. Nel solo comune di Venezia, sono almeno 65 tra sagre e feste patrimoniali. Con un giro d’affari di almeno mezzo milione di euro. Per non parlare degli appuntamenti culturali patrocinati dal Comune: 800 quelli già saltati. «Un’interruzione dolorosa», spiega l’assessore al turismo, Paola Mar, «siamo in contatto con le associazioni del territorio e ci manca il rapporto con loro nel quotidiano, un rapporto di crescita reciproca se vediamo l’aumento del 10% annuo di appuntamenti». Già saltate, ad esempio, la festa del carciofo violetto di Sant’Erasmo (in programma per la prima domenica di maggio) e la Festa del peocio degli Alberoni (fine agosto). Incertezza assoluta sulle decine di feste tra Venezia e le isole della laguna.

«Dipende dalle ordinanze regionali», spiega il consigliere delegato alle isole Scarpa Marta, «mi auguro ci siano spiragli positivi, sarebbe un vero peccato perdere un anno». Discorso identico per gli appuntamenti nel Veneto orientale, a partire dalla fiera di Noventa fino a quella del Rosario a San Donà, in programma ad ottobre. Organizzata da Comune e Confcommercio, il suo giro d’affari è di almeno 6 milioni di euro. Cancellata la Festa dell’asparago di Gardigiano, oltre alla partecipatissima Noale in Fiore (era in programma il 5 aprile) e il Palio. La Festa del Radicchio di novembre a Rio San Martino resta in dubbio. Punto interrogativo per la Festa del Pesce di Chioggia, a cui ogni anno in corso del Popolo partecipano decine di associazioni e cooperative alimentari del territorio e decine di migliaia di residenti.

«Meglio rinviare al 2021»

Per Ernesto Pancin, direttore degli esercenti veneziani, l’estate 2020 è segnata: «L’incognita a livello sanitario è troppo grande, c’è il rischio improvvisazione: non so come sia possibile organizzare sagre in queste condizioni».

Ricadute sociali

Per Massimiliano Smerghetto, presidente dell’associazione San Francesco della Vigna che ha già disdetto la Festa di Sant’Antonio, la ricaduta sarà pesante: «Soprattutto in una città come Venezia. Cercheremo di autofinanziarci in qualche modo per garantire le attività di Natale e della Befana per i bambini». È il ruolo sociale, dice Smerghetto, l’aspetto fondamentale di una sagra e l’impegno di chi la organizza: «Cercheremo comunque di stare vicino alle persone».

Parrocchie

Senza le offerte domenicali, senza funerali, anche le parrocchie tremano di fronte all’incognita sulle feste estive. Senza, dice don Fabio Mattiuzzi parroco alla Bissuola, salta almeno metà delle entrate annuali: «Alla Bissuola la festa di maggio ci garantiva 20 mila euro, da usare per le attività parrocchiali e per le rate del mutuo. Ora sarà un problema serio».

Società sportive

Preoccupazione condivisa anche dalla Polisportiva Libertas di Scorzè la cui festa dello Sport in agosto finanzia buona parte dei corsi di basket, ciclismo, pallavolo e nordic walking per i 500 soci: «Se salta», spiega Mario Pollon, «sarà un vero danno». —


 

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