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Donazioni di sangue in forte discesa «Sono diminuite del 50 per cento»

Nel mese di marzo i prelievi si sono praticamente interrotti Appello dell’Avis veneziana a tornare ai centri trasfusionali

Simone Bianchi
2 minuti di lettura

Simone Bianchi/VENEZIA

Nel Comune di Venezia sono oltre 7 mila i donatori iscritti alle sezioni Avis di Mestre-Marghera (4.500) e Comunale di Venezia (2.500). Quest'ultima raccoglie anche i donatori delle isole e delle ultime due sezioni inaugurate di recente alla Giudecca e a Cannaregio. Senza dimenticare gruppi storici come quello dei dipendenti Actv, che forniscono sempre un prezioso apporto.

Il primo trimestre del 2020 non ha portato un sorriso alle sezioni avisine comunali, entrambe a segnare un dato negativo nella raccolta di sacche di sangue. Lucia Delsole, presidente della sezione di terraferma, infatti osserva: «I primi due mesi sono stati in calo rispetto a quelli del 2019, in linea con provincia e regione. Noi ci siamo ritrovati con un -120 in sacche raccolte, attestandoci a un totale di 1.374 tra gennaio e marzo. Durante l’emergenza coronavirus gli appelli ai nostri iscritti sono serviti, e in tanti si sono fatti avanti. Per fortuna ci siamo trovati con l'agenda piena, e così si è distribuito l'accesso ai centri di raccolta nelle varie giornate disponibili. Una grandissima risposta, ma ora vedremo cosa succederà tra fine aprile e maggio. Attendiamo anche successive indicazioni da parte del Centro trasfusionale, con il report di questo ultimo periodo. Il messaggio che vorrei far passare», rimarca la responsabile della sezione di Mestre-Marghera, «è quello di mantenere costanti le donazioni. Temo che, dopo il grande slancio di questo periodo, si possa tornare in difficoltà. Anche se la sospensione dei viaggi in zone a rischio, eviterà problemi ai donatori sui tempi di attesa».

Gli ultimi iscritti potranno donare a maggio, anche se ovviamente vorrebbero farlo subito. «La media di età è sempre alta», aggiunge, «si fatica a trovare giovani disposti a donare, ma stiamo un po’ recuperando con le varie iniziative promosse, specie nelle scuole superiori». Il trend negativo viene confermato anche da Patricia Springolo, presidente della sezione Comunale di Venezia. «Da gennaio a metà aprile siamo sotto di 200 sacche, e non so neppure se riusciremo a recuperare entro fine anno. Marzo ci ha dato una spallata sotto questo aspetto. Sull'onda emotiva degli appelli fatti da Zaia, Salvini e Borrelli, per una settimana abbiamo avuto 30 donazioni al giorno, ma poi si è scesi di nuovo. In pratica in marzo abbiamo perso il 50 per cento delle donazioni. Non è un problema di gruppo sanguigno, per ora non c'è una vera criticità in questo senso. I nuovi donatori? Servono assolutamente. Lo scorso anno abbiamo perso tanti iscritti per i limiti di età. Puntiamo tantissimo sui ragazzi di quinta superiore e sugli universitari».

Non c’è infatti un vero cambio generazionale, e il centro storico ne soffre molto per l'età media molto alta dei suoi abitanti. «Tra poco assegneremo cinque borse di studio da mille euro ad altrettanti studenti/donatori di Ca’ Foscari, impegnati anche nel volontariato» conclude Patricia Springolo. «Si sono presentati in quaranta, ed è una soddisfazione proseguire con questo progetto. Gli eventi pubblici però sono bloccati, così come le attività nelle scuole, che rappresentano una linfa vitale nel nostro lavoro sul territorio. Stiamo facendo tutto il possibile per mantenere alta l'attenzione. Di recente abbiamo anche assunto una signora che cura l'accoglienza al Centro trasfusionale e assiste i donatori». —

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