Coronavirus nel Veneziano e capitali sospetti, la Finanza già in allerta
Verifiche sulle iniezioni di liquidità e il rischio di infiltrazioni criminali. Le aziende in crisi possono essere un bottino facile
Carlo Mion
MESTRE. A lanciare l’allarme è stato la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese: la situazione di crisi in cui si trovano molte imprese a causa della pandemia le rende facile preda della criminalità organizzata che ha grosse disponibilità di capitali. I primi segnali, soprattutto nel settore turistico, ci sono stati sulla Riviera Romagnola.
La Guardia di Finanza di Venezia ha iniziato a monitorare la situazione anche nella nostra provincia in particolare nel settore alberghiero turistico che se va bene ritornerà a fare lavorare fra un anno. Massima attenzione degli investigatori su una zona dove la presenza di associazioni di stampo mafioso è stata messa in luce da indagini della Procura Antimafia di Venezia e da quella di Trieste.
Per il momento gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria del colonnello Gianluca Campana stanno solo analizzando banche dati e monitorando la situazione per capire se da una parte c’è chi vende e dall’altra ci sono compratori già pronti ad acquistare.
Ma la nostra è anche terra di infrastrutture e di appalti. Altro settore a rischio in quanto molte imprese da questo periodo usciranno con le ossa rotte, ridimensionate e magari con nuovi soci di cui si conosce ben poco. Nella direttiva della ministra dell’Interno inviata a Prefetture e forze di polizia Luciana Lamorgese scrive: «particolare cura va data all’attività informativa preordinata a prevenire le infiltrazioni della criminalità organizzata, attraverso un’attenta ed accurata valutazione di tutti i possibili indicatori di rischio di condizionamento dei processi decisionali pubblici funzionali all’assegnazione degli appalti».
L’esigenza di rafforzare la tutela dell’economia legale dagli “appetiti criminali”, in questa situazione difficile e quella che verrà, ha spinto il ministro a chiedere un maggiore impegno dei Gruppi interforze costituiti nelle Prefetture. Gruppi che hanno già iniziato il monitoraggio e la ricognizione, anche da noi, dei lavori che interessano il territorio. Questo ha lo scopo di stilare una mappa degli stessi che consente di individuare eventuali elementi anomali. Una delle cose che le Prefetture devono monitorare e a Venezia stanno facendo è il rapporto pubblico-impresa. Come spiega il Ministro: «Poiché le deroghe consentite dalla normativa emergenziale all’utilizzo delle risorse ed erogazioni pubbliche possono alimentare il rischio di infiltrazioni criminali nei circuiti legali, è necessaria una promozione e l’attuazione delle disposizioni che semplificano le pratiche amministrative dei rapporti tra imprese e amministrazioni».
In particolare i finanzieri veneziani si stanno dedicando alle «dinamiche societarie della filiera agroalimentare, delle infrastrutture sanitarie, della gestione degli approvvigionamenti, specie di materiale medico, del comparto turistico-alberghiero e della ristorazione, nonché dei settori della distribuzione al dettaglio della piccola e media impresa». Come appunto richiesto dalla ministra dell’Interno. Si tratta di settori a rischio, soprattutto il turistico-alberghiero e della ristorazione .—
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