Turismo veneto verso la crisi nera causa Coronavirus: l'inchiesta sul litorale veneziano
[INCHIESTA] Le incognite legate alla cosiddetta fase 2, il rischio di un'estate al lavoro, le cancellazioni in serie: serve un marketing d'emergenza per Venezia e la costa
Ugo Dinello
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JESOLO. L’idea la dà l’appello lanciato il 2 aprile da Monica Montellato, titolare del Tropicarium Park di Jesolo: “Aiutateci a mantenere i nostri animali acquistando ora un biglietto valido fino a settembre”.Il grande e bellissimo giardino zoologico che raccoglie oltre 100 specie e fa ricerca con le università è una delle poche aziende jesolane con costi fissi semiequivalenti tra estate e inverno, cioè tra flusso di cassa aperto e flusso di casa chiuso.
L’angosciante messaggio per riuscire a mantenere le migliaia di animali racchiusi nel Tropicarium talmente importante da essere riconosciuto da ministero e atenei, rieccheggia nel commento del presidente della Federazione delle agenzie di viaggio europee, Pawel Niewiadomski, quando ha saputo che il faccia a faccia con la Commissione europea a Bruxeles era stato cancellato: “Speravo di staccare almeno un biglietto quest’anno, nemmeno mia moglie aveva voluto accompagnarmi”. E se la signora Niewiandomski non ha accettato di accompagnare il marito sarà ben difficile tornare a riempire gli aerei o le navi da crociera verso l’Italia, almeno nel breve periodo.

NUMERI
Dalla spiaggia del Bacucco, a sud di Sottomarina, a Punta Tagliamento, a nord di Bibione, oltre 13 mila imprese che producono il 11,8% del Pil veneto, rischiano di non aprire e, se aprissero, si troverebbero con costi fissi stabilizzati alle precedenti stagioni, ratei e ammortamenti già programmati, a fronti di incassi che, nella migliore delle ipotesi, saranni pari al 20 per cento della stagione precedente.
Con questa prospettiva chi ha la possibilità di un affitto annuale in scadenza - come la maggior parte delle imprese commerciali delle località balneari - cercherà di disdirlo, anche se i rinnovi vengono completati entro la prima quindicina di ottobre, quindi sono già stati registrati. La prospettiva quindi è quella tra pagare un affitto o l’avvocato, la differenza si prospetta minima.
Un argomento che il neo coordinatore di Federalberghi spiegge venete, lo jesolano Alberto Maschio, ha immediatamente posto al centro dei colloqui sugli aiuti al settore: quello delle imprese che non sono titolari dell’immobile e dell’azienda e che sono in locazione dell’immobile o in affitto d’azienda; "a queste va dato uno strumento che gli permetta di sedersi al tavolo della discussione per una revisione del contratto per il 2020”.
Una “mina vagante” che sta a pelo d’acqua del mare veneto ma che l’infausta corrente generata dal vortice coronavirus ha spinto ben addentro la laguna. La sola Venezia, nel settore turistico, secondo i dati elaborati lo scorso novembre dalla Cgia di Mestre, vale in soli termini di valore aggiunto 5,6 miliardi euro l’anno.
Così suddivisi: per un quinto il merito è dell'area portuale della città, specie per le attività di crociera e quindi di transito di turisti. Un altro 1,1 miliardo arriva dalle attività di terraferma collegate al turismo, ascrivibili al settore dei trasporti/magazzinaggio. Altri 766 milioni di valore aggiunto ufficiale e dichiarato vengono dal settore commercio, quindi 741 milioni vengono dichiarati dal settore ricettivo che ogni anno (prendendo per buoni i dati 2028) nella sola provincia di Venezia vede arrivare oltre 36 milioni di turisti, di cui 15,8 milioni hanno pernottato in alberghi e hotel e oltre 20,7 milioni in bed and breakfast. Di questi il 90 per cento è straniero. In centro storico la maggiore nazionalità rappresentata è quella americana.
CALAMITA VENEZIA
A Venezia, il brand attrattivo dell'intero comparto balneare veneto, sono poco meno di 21 mila i lavoratori direttamente dipendenti del settore alberghiero e della ristorazione. Poi il commercio con quasi 20.000 occupati e i trasporti con oltre 14.600 lavoratori. Nel solo centro storico i pubblici esercizi, tra bar e ristoranti sono a oggi più di 1.000, per un totale di 30.000 dipendenti e un fatturato di circa 500.000 euro per ogni attività.
Secondo lo studio Cgia “Dopo le attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese che occupano 12.700 persone, troviamo il settore produttivo in senso stretto che ha alle proprie dipendenze poco piu' di 10.300 persone. Per il numero di addetti del settore privato (industria e servizi, escluse attività finanziarie e settore pubblico) delle imprese di Venezia (unità locali) il totale è di quasi 112.000 occupati. Quasi la metà (pari al 49%) è in capo ai settori del turismo, del commercio e del trasporto”. Inoltre la città lagunare registra i valori immobiliari degli alberghi più elevati d'Italia, con la punta di 1,5 milioni a camera per un 5 stelle lusso.

SPIAGGE
Ma da punto di vista dei dipendenti i pur grandi numeri di Venezia impallidiscono di fronte al comparto balneare dell’intera costa. Se si aggiungono questi lavoratori si arriva a poco meno di 51 mila impiegati nel settore, dei quali 15 mila sono stagionali e tra questi oltre 15 mila stagionali che hanno quindi la propria indennità di disoccupazione (Naspi) scaduta. Per questi l’indennità di aprile sarà di 800 euro, 200 in più di quella prevista per marzo.
Le previsioni di riapertura, che per loro sono previsione di contratto di lavoro e quindi di un reddito per vivere, sono davvero scarse.E se si pensa che la cassa integrazione ordinaria può essere avviuata solo con aziende con oltre 15 dipendenti a tempo indeterminato, si capisce come la stragrande maggioranza del settore non possa beneficiarne.
La media di dipendenti del settore (che attulmente è del 2,8 per cento) non permette di arrivare nemmeno al Fondo di integrazione salariale (Fis) che è previsto per quello dai 6 ai 15 dipendenti.
Ma un po’ di speranza arriva proprio per il balneare. La scommessa degli operatori è che la ripresa del “dopo coronavirus” premi, dal punto di vista turistico, proprio le soluzioni “mare” facilmente raggiungibili in auto, cioè senza usare vettori “di gruppo” quali aerei o treni.
Non a caso il Servizio attività balneari (Sab) che raggruppa al Lido di Venezia le più blasonate spiagge ex Ciga (Des Bains, Quattro Fontane ed Excelsior) non ha aumentato i minuscoli sconti alla clientela del 2% (due per cento) se il pagamento totale dell’affitto delle capanne avverrà con saldo entro il 27 aprile.
Una “linea Maginot” usata come termometro per capire la febbre del settore, che si trasforma in “linea del Piave” per le spiagge da Cavallino in su.
Sarà fondamentale vedere entro quanto tempo spegneremo il contagio in Nord Italia e riusciremo a “vendere” il nostro mare a tedeschi e austriaci e soprattutto quanto i nostri competitor diretti (prima di tutto la Croazia) batteranno sul fatto di non essere stati “focolai” di covid 19.

RISPOSTE
Sarà quindi - nel frattempo - fondamentale non restare con le mani in mano e organizzare una risposta.
La Regione Veneto, con l’assessore al turismo Federico Caner, lasncia al governo la richiesta di detrazione fiscale delle spese per vacanze per le famiglie: un bonus fiscale, con la detrazione di tutte le spese di soggiorno, per le famiglie italiane che faranno le loro vacanze in Italia. La proposta, lanciata al ministro del Turismo, Dario Franceschini, potrebbe però suonare indigesta per un governo centrale che sta pagando, senza alcun aiuto dell’Europa, il conto in termini di buoni spesa almentari e redditi d’emergenza.La risposta - se vi sarà - rischia di essere “pagalo tu con le tasse regionali”.
Caner da parte sua cerca di far presa sui numeri e si trincea dietro a un discorso a livello nazionale "I milioni di donne e di uomini che vivono di questa irrinunciabile risorsa - dice rivolto a Franceschini - attendono da te un segnale forte di interesse per le sorti del loro lavoro e delle loro aziende, un'attenzione espressa con la stessa energia chi accompagna quando difendi la nostra preziosa ricchezza culturale, la quale, senza il turismo, verrà privata di un sostegno economico indispensabile per tutelarla, valorizzarla e promuoverla".
Di qui la richiesta di prevedere "un bonus fiscale per le famiglie italiane che trascorreranno le loro vacanze nel nostro Paese. Sarebbe estremamente incoraggiante per tutti gli operatori del settore se fosse proprio il ministro del turismo ad annunciare che chi sceglierà le nostre strutture ricettive potrà detrarre interamente le spese di soggiorno".

MARKETING D'EMERGENZA
Più diretta e molto più efficace come marketing è invece la proposta avanzata dai campeggiatori di Cavalino (cioè la capitale europea del turismo “plen air” autentica leader per i bacini del nord Europa) e di Caorle: offrire una vacanza gratis a tutti gli operatori della sanità (medici, infermieri, oss, addetti alle pulizie) un’iniziativa che viene chiamata "A braccia aperte" lanciata dal Comune di Cavallino-Treporti e da Assocamping.
«Restituiamo ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari un po' di sollievo - spiega la sindaca di Cavallino, Roberta Nesto - Una settimana di vacanza da noi, ospiti della comunità di Cavallino Treporti, la seconda città balneare italiana, nelle strutture ricettive che sono state messe a disposizione gratuitamente dal sistema turistico del territorio».
Un’idea di grande esperienza, visto che la vacanza media nel settore campeggio è di 15 giorni e che si tratta di personale che dovrà smaltire nel periodo estivo un monte ferie pauroso, che si è andato accumulando in queste settimane. Ovvio quindi che sia un buon traino per il settore se non un vero e proprio investimento per l’ampliamento futuro dela clientela.
Un sistema che potrebbe essere utilizzato anche dal settore alberghiero - ma non certo da quello del genere lusso - per ridare aria alle strutture.

LA SCOMMESSA
Intanto, per far capire di volerci e doverci credere, il settore dei campeggi si è fissato una data di riapertura obbligatoria - il 16 maggio - e ha già dato via al piano assunzioni.«Abbiamo ipotizzato la partenza a metà maggio trovando un accordo comune fra operatori, nonostante molte aziende turistiche avrebbero aperto i primi di aprile», instilla fiducia Paolo Bertolini, presidente del Parco Turistico «sul fronte dell’occupazione, poi, siamo assolutamente impegnati per fare il possibile e anche l’impossibile affinché possano avere la serenità e la tranquillità del loro lavoro. Impiegheremo tutti gli strumenti del governo per assumerli, è nostra preoccupazione garantire la stagionalità a tutti. Dal Governo ci aspettiamo non solo solidarietà ma soprattutto che ci permetta di utilizzare tutti gli ammortizzatori sociali e le possibilità di credito alle imprese il prima possibile. In questo periodo», conclude, «le aziende stanno correndo a mille, e intendo non solo i campeggi ma anche l’indotto turistico che riguarda molte economie di Cavallino-Treporti. Servono certezze immediate».
Sulla stessa data, e non è un caso, i consorzi jesolani, che vogliono aprire gli stabilimenti assicurando la distanza minima di un metro tra i bagnanti usando le sdraio al posto dei lettini.
Le previsioni, comunque, parlano di un fortissimo calo degli arrivi dal Nord Europa e della necessità di puntare molto su Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto. "E' quello che stiamo facendo", assicura Bertolini.
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