Coronavirus, parroco fuori pericolo grazie a un farmaco sperimentale
Il prete di Valli di Chioggia è ricoverato da un mese: era finito in rianimazione, ora è convalescente e tra breve potrà essere dimesso e tornare dai suoi fedeli
Elisabetta B. Anzoletti
CHIOGGIA. L’immagine di un crocefisso su un muro bianco, senza nessuna parola di commento. Con questa immagine don Massimo Fasolo, il parroco di 61 anni delle comunità di Valli e Conche, ha annunciato ieri via facebook il suo ritorno alla “vita” dopo 25 giorni di ricovero per coronavirus. Tre giorni nella Terapia intensiva di Piove di Sacco e poi il trasferimento, delicatissimo, nell’unità Istar dell’ospedale civile di Padova da dove ieri, nel primo pomeriggio, è stato dimesso. Un’immagine eloquente che nel giro di poche ore ha ottenuto 793 mi piace e 406 commenti, tutti di fortissimo affetto per il don che ha vinto una battaglia per nulla scontata fino a una settimana fa, vinta grazie all’aiuto di un farmaco sperimentale.
Don Massimo risponde con un filo di voce dal letto del reparto di Medicina, mentre attende la lettera di dimissione per tornare al casa. Al momento qualche settimana in famiglia, a Fossaragna, per la convalescenza.
Dopo il terzo tampone negativo, che ha sancito la completa guarigione, qual è stato il suo primo pensiero?
«Un grazie a Dio, un grazie ai medici, un grazie a chi mi vuole bene, un grazie alle tante preghiere che mi sono arrivate. E ora guardiamo al futuro. Sono molto stanco e indebolito, ma il Signore mi darà la forza per riprendermi e tornare a lavorare per le mie comunità».
Le sue comunità in queste tre settimane non l’hanno mai “persa di vista” seppur a distanza e si sono unite nella preghiera…
«Questa è stata una delle cose più belle che mi hanno riferito i miei familiari dopo il mio risveglio. Sapere che così tante persone si informavano continuamente sul mio stato di salute e mi mandavano messaggi di incoraggiamento mi ha commosso. E poi sapere che le due comunità si sono unite della preghiera mi ha dato una grande forza, anche nei giorni successivi quando, uscito dalla Terapia intensiva, comunque ho dovuto superare altre criticità».
Valli sta pagando un tributo altissimo. Sono decedute cinque persone…
«Ho saputo che ci sono state delle perdite, ma non conosco ancora nel dettaglio la situazione perché hanno preferito “proteggermi” finché ero ricoverato. Sono addolorato e mi stringo vicino a tutte le famiglie che hanno subito un lutto. Mi unisco alle preghiere dei miei parrocchiani perché tutto questo finisca presto e perché Valli non debba piangere altre persone. Pur nella lontananza imposta in questo momento, io sono col cuore a Valli e a Conche».
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