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La Finanza arresta pedofilo latitante 75enne Aveva nascosto in casa decine di mutandine

Ha negato tutto ma poi ammesso le proprie responsabilità un anziano australiano dal 2016 residente sul Brian

Rosario Padovano
2 minuti di lettura

CAORLE

Ha negato tutto, inizialmente, ma poi si è dovuto arrendere all’evidenza e si è fatto arrestare senza battere ciglio. Le accuse poi sono pesantissime: violenza sessuale minorile, sfruttamento della prostituzione minorile, e possesso di materiale pedopornografico diffuso a rete informatica. Un cittadino australiano di 75 anni, B.C.G., ma conosciuto come Kiren o Charles Dunn, con casa a Londra ma da 4 anni residente a San Stino di Livenza, nelle campagne di La Salute, è stato arrestato sabato nel pomeriggio in Largo Europa, all’ingresso di Caorle, non lontano dal porto.

Si stava aggirando come un normale turista qualsiasi, ma i finanzieri del Reparto Operativo aeronavale, e in particolare della tenenza e della sezione operativa navale della Guardia di Finanza di Caorle con l’ausilio dell’elicottero della sezione aerea, lo seguivano anche dal cielo da giorni e sapevano bene come rintracciarlo. Era infatti ricercato dalle autorità di Perth, popolosa città australiana, che aveva spiccato nei suoi confronti tre mandati di cattura.

La segnalazione è stata inoltrata all’Interpol e poi alle Fiamme gialle veneziane. Dal 2011 l’anziano aveva fatto perdere le sue tracce, rendendosi irreperibile e cambiando pure generalità. Le indagini, a livello internazionale, si erano inizialmente concentrate in Malesia ma poi avevano coinvolto l’Italia. L’uomo girava con un passaporto falso, dove era riportato il nome di Charles Dunn, un alias che utilizzava anche per le pratiche più normali.

Sul capo dell’anziano ci sono 28 procedimenti giudiziari pendenti o conclusi e in Italia aveva già un precedente, legato alla sua passione per i cieli: volava con un deltaplano con un’immatricolazione falsa, e per questo motivo era stato espulso dall’Aviosuperficie di Caorle, al Tezzon, distante pochi metri da casa sua. Già, perché B. C. G. aveva scelto un posto comodo per assecondare le sue passioni, quelle normali e quelle deviate e soprattutto non farsi riconoscere o scoprire.

Aveva fissato la sua dimora in un’abitazione sul fiume, il Livenza Morta, il vecchio corso del Livenza conosciuto anche come Brian. Lui abitava al di là del corso d’acqua, in un pugno di case che fanno parte del territorio comunale di San Stino. Ma era il computer il vero fulcro dell’attività criminale dell’individuo. Dopo l’arresto, è scattata una perquisizione nella propria abitazione, dove si presume l’uomo abitasse dal 2016: è stato posto sotto sequestro un Pc portatile che i finanzieri stanno analizzando per vedere se ci sono tracce riconducibili alla sua deviate passioni sessuali. Ma a inquietare gli stessi finanzieri è stata la scoperta di decine e decine di mutandine di bambini e bambine dentro alcuni cassetti, probabilmente dei modelli che lui riceveva dai corrieri come feticcio per incentivare la sua perversione. La vicenda è seguita dalla Corte d’Appello di Trieste, competente in materia di estradizioni.

Nel frattempo l’uomo è stato rinchiuso nel carcere di Pordenone, e resta a disposizione dell’autorità giudiziaria. Le indagini però continuano. I finanzieri di Caorle stanno seguendo un canale informatico che, nel giro di poco tempo, dovrebbe permettere di individuare i profili social (con nickname di comodo) adoperati dal pedofilo. —



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