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Fucilate contro un’auto alla sagra di Saletto Un anno e otto mesi

I.P.
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San Michele. Per le fucilate contro l’auto dopo un litigio, ha patteggiato ieri un anno e otto mesi di reclusione dinanzi al gup Rodolfo Piccin. Il pm Federico Baldo ha contestato all’imputato le ipotesi di danneggiamento, violenza privata, resistenza ai carabinieri, detenzione illegale di armi (una delle quali con la matricola abrasa).

«È stato valorizzato – ha osservato l’avvocato Anna Micossi – il fatto che abbia preso consapevolezza subito dopo l’accaduto di aver avuto una reazione esagerata. Ha tenuto un comportamento collaborativo, ha riconosciuto di aver sbagliato e ha rispettato gli arresti domiciliari, osservando le prescrizioni».

Al ritorno dalla sagra dei gamberi di Saletto, verso le tre di notte del 29 giugno 2019, è scoppiato un alterco fra due gruppi di ragazzi in cui è rimasto coinvolto Dimitri Toneguzzo, 52 anni, meccanico di Morsano al Tagliamento. L’uomo ha imbracciato un fucile a canne mozze sovrapposte e ha sparato due colpi contro una Dacia Sandero (i tre amici di San Michele al Tagliamento erano già usciti dal sul crossover).

I pallettoni si sono conficcati nella portiera del passeggero. Arrestato dall’Arma, all’interrogatorio di garanzia, difeso dall’avvocato Anna Micossi, ha dichiarato di aver mirato alle gomme: «Non intendevo far del male a nessuno».

Toneguzzo ha spiegato a suo tempo all’interrogatorio dinanzi al gup Monica Biasutti di aver cercato di impedire ai tre giovani di San Michele (di 20, 30 e 34 anni) di allontanarsi in auto a bordo della Dacia Sandero, perché a suo dire avrebbero potuto rappresentare un pericolo per l’incolumità altrui.

I tre amici avevano litigato in Sagra con un altro gruppetto di ragazzi a bordo di una Fiat Bravo. Le due comitive si erano incrociate nuovamente e a quel punto era intervenuto anche Toneguzzo, che stava rincasando in bicicletta.

Agli inquirenti il meccanico morsanese ha dichiarato che, a suo dire, un’auto lo aveva quasi investito mentre stava pedalando verso casa al rientro dalla sagra. Da qui la sua reazione.

Vista la collaborazione, il pm Federico Baldo ha chiesto la scarcerazione e l’applicazione degli arresti domiciliari dopo l’interrogatorio di garanzia.

A casa dell’uomo i carabinieri della Compagnia di Pordenone, con il cane antiesplosivo Hera, hanno effettuato una perquisizione a casa sua e sequestrato un arsenale: due fucili, una carabina, una pistola, 267 cartucce. Le armi non erano state regolarmente denunciate, ma l’indagato ha spiegato che appartenevano al padre defunto. Uno dei fucili è stato trovato accanto alla finestra, con un colpo in canna, sul lato posteriore dell’abitazione. —

I.P.

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