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Coronavirus. Il patriarca di Venezia sospende tutte le messe e chiude la Basilica di San Marco

Per i funerali ci sarà solo la benedizione delle salme. La diocesi veneziana si affida ufficialmente alla Madonna della Salute, cui si affidò per la peste del 1630

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L'interno della Basilica di San Marco e l'icona della Madonna della Salute 
VENEZIA. Stop alle messe nel Patriarcato di Venezia, incluse quelle del mercoledì delle Ceneri e quelle domenicali, alle liturgie e alle devozioni come la Via Crucis.
Lo ha deciso il patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, in applicazione dell'ordinanza della Regione Veneto. In sostituzione del precetto festivo e del mercoledì delle Ceneri, i fedeli sono invitati a "un tempo conveniente alla preghiera e alla meditazione, eventualmente anche aiutandosi con le celebrazioni trasmesse tramite radio e televisione".
 
Per i funerali, saranno possibili le sepolture, anche con la benedizione della salma alla presenza delle persone più vicine del defunto, ma senza la celebrazione della Messa o di altra liturgia.
 
Stop anche agli incontri del catechismo e ogni altra attività di patronati e oratori, al ritiro del clero previsto per gioved 27 febbraio, alle lezioni della Facoltà di Diritto Canonico San Pio X, dello Studio Teologico del Seminario e delle altre istituzioni accademiche ecclesiastiche.
 
L'accesso alle chiese sarà possibile ma in modo da evitare assembramenti di persone, "più probabili - precisa la diocesi - nel centro storico di Venezia essendo meta di visite turistiche. In tal senso anche la Basilica di San Marco non sarà accessibile".
 
Continueranno invece le attività caritative nelle mense dei poveri, distribuendo cestini con i pasti, che non potranno però essere consumati all'interno delle strutture, e nei dormitori, attraverso un presidio sanitario.
 
"Come cittadini e credenti - dichiara mons. Moraglia - siamo chiamati a vivere questo momento di difficoltà con senso di responsabilità civica, senza cedere ad allarmismi e a paure ingiustificate. Ci affidiamo alla protezione della Beata Vergine Maria, invocata col titolo di Madonna della Salute; Ella interceda presso Suo Figlio, il Santissimo Redentore".
La Chiesa veneziana si affida quindi alla sua Protettrice invocata per la peste del 1630 e ad essa affida la città.
 
L'icona sacra Mesopanditissa, arrivò a Venezia nel 1670, ben dopo la peste e fu collocata nella Basilica della Madonna della Salute 
 
"La nostra preghiera anche per quanti sono preposti al bene comune, affinchè assumano decisioni prudenti e sagge per la nostra gente, soprattutto - conclude - per i più deboli e per gli anziani". 
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