Muore a 74 anni. La figlia: «Voglio sapere perché»
L’accorato appello di Barbara Bottan dopo la scomparsa del papà Franco, colpito da un’infezione che gli è stata fatale
Francesco Macaluso
Una corsa contro la malattia che in un mese ha strappato Franco Bottan all’affetto dei suoi cari rimasti nell’incertezza sulle reali cause della sua morte. Il giardiniere residente a Ca’ Vio, molto conosciuto per essere stato operaio manutentore dei giardini in servizio al comune di Cavallino-Treporti, si è spento ieri mattina a 74 anni mentre era ricoverato all’Ospedale Civile di Venezia. «È stato operato a Mestre ad agosto per l’asportazione di un melanoma alla schiena», racconta la figlia Barbara, «il 20 novembre lo avevamo portato al pronto soccorso dell’ospedale di San Donà per degli accertamenti a causa di una ipoglicemia che lo aveva fiaccato improvvisamente. Dopo un paio di giorni di questo malessere ci eravamo accorti che non riusciva ad afferrare bene gli oggetti e che la vista era annebbiata da un lato. Alla visita specialistica dall’oculista gli sono stati ordinati gli occhiali. Quando abbiamo evidenziato che non stava bene, al di là della vista appannata, gli hanno fatto i raggi ai polmoni, l’elettrocardiogramma, e gli hanno dato un farmaco per lo stomaco per evitare i conati di vomito. Quando il 23 novembre ha avuto l’ictus ed è stato ricoverato a Venezia», continua la figlia, «ci hanno invece confermato che ci poteva essere una metastasi in atto per una massa scura osservata nella tac al cervello. Finora non siamo mai riusciti comunque a capire cosa avesse veramente nell’ultimo difficile periodo della sua malattia, un po’ perché durante la successiva risonanza magnetica si era mosso sfocando le immagini, un po’ perché da più parti ci chiedevano di attendere esiti ulteriori delle indagini diagnostiche. Il tutto fino a ieri mattina quando purtroppo è andato in coma e l’hanno trasportato dall’ospedale San Camillo, dove stava facendo una settimana di riabilitazione post ictus, di nuovo all’ospedale civile di Venezia dove gli è stata riscontrata una grave infezione che nel giro di poche ore gli è stata fatale». Ora, dice ancora la figlia, i familiari vogliono vederci chiaro sulle cause della morte. «Il destino», aggiunge la figlia, «non ci ha concesso il tempo di completare gli accertamenti diagnostici che avevamo fatto effettuare, soprattutto quelli su un linfonodo».
Franco Bottan, oltre all’amata figlia unica Barbara, al genero Paolo ed alla nipote Sara, lascia anche la moglie Natalina. Aveva iniziato la sua carriera come giardiniere al Lido di Venezia poi passato all’Amav dopo la fusione, finendo il periodo lavorativo della sua vita come operatore ecologico assunto dal neocomune di Cavallino-Treporti. Era particolarmente apprezzato per la sua semplicità e la bontà del suo sguardo che aveva conquistato la fiducia di tanti concittadini. Amava partecipare alla vita della comunità, era un tifoso sfegatato della Juventus. Molto rispettoso e mai invadente, aiutava il prossimo quando poteva, tanto che ogni anno contribuiva all’allestimento del grande presepe di Ca’ Vio, frazione di Cavallino-Ttreporti a cui tutta la famiglia Bottan è molto legata. I funerali gestiti dai servizi funebri Facco saranno celebrati nella chiesa di Ca’Vio lunedì alle 15. —
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