Mestre, paziente aggredisce infermiere e gli spezza un tendine del ginocchio
Ennesimo episodio di violenza in pronto soccorso all'ospedale dell'Angelo. Gli operatori: «Non ne possiamo più»
Mitia Chiarin
MESTRE. «Purtroppo non andiamo più solo a lavorare tutti i giorni, siamo in guerra, senza molti strumenti di difesa. Ora attendo l’operazione al ginocchio».
Parla così l’infermiere professionale, un 50enne mestrino, rimasto vittima domenica sera, verso le 22, di una aggressione al Pronto soccorso dell’ospedale dell’Angelo.
L’infermiere professionale si trova da domenica sera, dolorante, in un letto del reparto di Ortopedia, con un tendine spezzato del ginocchio dopo l’aggressione da parte di un paziente che stava curando.
L’aggressore è un venticinquenne, identificato dalla polizia e denunciato per il reato di lesioni aggravate con una prognosi superiore ai 40 giorni e resistenza a pubblici ufficiali. Si tratta di un venticinquenne cittadino straniero, originario del Bangladesh, che era stato portato in pronto soccorso da una ambulanza perché stava in strada in preda ad ubriachezza molesta. Dentro il pronto soccorso è diventato violento mentre veniva preso in cura dall’infermiere, professionista esperto, che lo stava sottoponendo ad esami e prime cure.
Prima gli ha sferrato due pugni al volto, che l’infermiere ha evitato, poi gli ha sferrato un violento calcio che ha fatto cadere l’infermiere, rovinosamente, a terra. Poi ancora pugni e calci. A soccorrere l’infermiere a terra sono subito accorsi i vigilantes del pronto soccorso assieme ad alcuni colleghi e sono intervenuti anche i poliziotti della sezione Volanti che erano stati chiamati proprio dal Pronto soccorso per la segnalazione di quel paziente che stava diventando via via più aggressivo.

Ora l’infermiere è ricoverato in attesa di essere sottoposto ad intervento chirurgico. Immediata la reazione delle organizzazioni sindacali degli ospedalieri. La Fp Cgil, con Marco Busato, ha immediatamente scritto alla direzione generale dell’Usl 3 Serenissima chiedendo un incontro urgente per riprendere la discussione sul tema, sempre più pressante, delle aggressioni al personale sanitario. Un problema che si presenta in tanti ospedali italiani. L’Azienda sanitaria da tempo ha attivato un gruppo di lavoro specifico. La Direzione dell'Ospedale, ieri pomeriggio, ha voluto esprimere la sua vicinanza all’infermiere aggredito.
E sottolinea come questi episodi confermano che «il Pronto Soccorso è un luogo sempre più di frontiera, dove gli operatori e i medici si trovano a farsi carico anche di persone portatrici di disagio, come il soggetto in preda all'alcool che ha colpito l'infermiere. Anche a queste persone il Pronto Soccorso presta il suo servizio, più di quanto non si facesse in passato: i rischi da sempre connessi a questa attività in Pronto Soccorso, di conseguenza, ora sono più alti e continuano ad aumentare». —
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