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Spariti i maxi-pennelli di De Marchi: a giudizio il padovano Ronsisvalle

R.D.R.
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Torna a far parlare di sé il finanziere padovano-vicentino Umberto Ronsisvalle, ora accusato dall’artista veneziano Livio De Marchi di avergli sottratto una ventina di grandi opere d’arte in legno, che - secondo l’accusa - gli aveva dato in conto vendita, per esporle nel negozio Pauly di piazza San Marco (per poco gestito dall’imprenditore).

12 pennelli giganti, un cappotto noce con sciarpa colorata, una borsa ciliegio con 7 pennelli, due orsetti con cappotto, due farfalle in legno e vetro, quattro maxi tubetti di colore lunghi un metro. L’artista li ha chiesti invano indietro: in parte sono spariti, in parte sequestrati, spiega il legale di parte civile Cristofoli Prat. Ieri il processo per appropriazione indebita è stato aggiornato al 28 febbraio.

Ronsisvalle - che sinora non si è difeso - era già salito alle cronache per la sua veloce gestione di Expo Venice con la sua Venice 4.0, durata solo due mesi per i contenziosi con i dipendenti per i pagamenti. Poi era arrivato l’acquisto della storica Vetreria veneziana Pauly, attraverso la Miva Srl, dichiarata fallita nel 2017. A salvare la Pauly è stata la società iDogi. —

R.D.R.

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