VENEZIA. Finita l’emergenza è tempo di bilanci. Le acque alte si ritirano, dopo una settimana da dimenticare. Ieri il sindaco Brugnaro ha visitato le isole di Burano, Vignole, Torcello e Sant’Erasmo. Si fa il punto sui danni e si pensa a gestire il dopo. Nelle prossime ore il governo dovrebbe approvare il decreto per rendere operativa la nomina di Elisabetta Spitz, come commissario “Sblocca cantieri” per il Mose. Se la procedura non subirà intoppi, Spitz potrebbe arrivare in laguna già in settimana, e insediarsi negli uffici del Provveditorato alle Opere pubbliche - ex Magistrato alle Acque - a palazzo Dieci Savi di Rialto.
«Chiederemo subito un incontro», annuncia Brugnaro, «quanto è successo nell’ultima settimana ci offre l’occasione per un confronto anche tecnico sul progetto Mose». «Ci andremo con un ingegnere esperto», dice il sindaco, «perché ci devono spiegare cosa funziona e cosa no. Il Mose va ultimato al più presto. Bisogna fare chiarezza, perché c’è anche qualcuno che specula su questi ritardi. Il governo ci sta dando una mano, e bisogna avviare anche le altre opere necessarie. Le difese locali e le fognature, la rete antincendio. E poi far funzionare finalmente il Mose».
Nelle ultime ore era attesa la nomina di un terzo commissario al Consorzio Venezia Nuova, da affiancare ai due amministratori straordinari Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola. Il primo Avvocato dello Stato, il secondo ingegnere nominati nel 2014 dal prefetto di Roma su proposta dell’Anac. A loro si è aggiunto ieri Vincenzo Nunziata.
Intanto, commissario per l’emergenza con poteri operativi è lo stesso sindaco. Che ha ricevuto la nomina dal Consiglio dei ministri di mercoledì scorso. Potrà adesso distribuire i primi 20 milioni già stanziati dal governo per le prime emergenze, 20 mila euro per le aziende, 5 mila per i privati. Ma presto si potranno aggiungere a questi fondi altri stanziamenti. Ieri il Pd ha proposto un emendamento per aggiungere 200 milioni per Venezia nella manovra di bilancio. Poi ci sono le sottoscrizioni, pubbliche e private.
Risarcimenti da cui può dipendere per molti piccoli artigiani e commercianti della città, il futuro e la sopravvivenza. «Se non ci danno una mano chiudiamo», è il grido di allarme venuto negli ultimi giorni dai tanti che sono stati colpiti duramente dall’acqua alta straordinaria di martedì e dalla “serie nera” degli ultimi giorni. Tre maree superiori a 150 centimetri in una settimana, quasi una superiore al metro ogni giorno, venerdì addirittura tre eventi in un giorno con migliaia di persone mobilitate giorno e notte. Cifre impazzite che testimoniano delle variazioni climatiche. Questioni che ai tempi della progettazione del Mose erano state forse sottovalutate. Basterà il Mose a fermare tutto questo? Intanto la volontà generale è quella di «concludere l’opera», per verificarne il funzionamento.
Il costo del sistema Mose è quadruplicato in pochi anni, dal miliardo e mezzo di euro del progetto di massima ai 6 miliardi dei costi aggiornati. Ne sono stati già staziati 5 miliardi e mezzo. Le 78 paratoie sono tutte installate sul fondale delle tre bocche di porto (al Lido divise in due schiere). Ma gli impianti per sollevarle saranno pronti soltanto a primavera. Ci sono da affrontare criticità ed errori, corrosione e ossidazione delle tubature, accumulo dei sedimenti e mancata manutenzione che ha reso le 21 paratoie della barriera di Treporti già obsolete senza mai essere entrate in funzione. Sarà il compito del commissario Sblocca cantieri.
Elisabetta Spitz, 56 anni, è figura ben nota in laguna, già consulente del Consorzio e firmataria del progetto per il rialzo di San Marco nel 1999. «Sbigottiti, tremiamo al solo pensiero», ha commentato i l presidente nazionale di Italia Nostra Maria Rita Signorini, «a capo della più grande opera pubblica italiana viene messa la protagonista di una delle stagioni più buie per il patrimonio immobiliare pubblico italiano, nel periodo del ministro Tremonti».