Un negozio su due è chiuso o sfitto. In centro a Mestre è crisi senza fine
Dati impietosi, abbigliamento flop, tengono bar e pasticcerie. In 5 anni raddoppiato il numero delle saracinesche abbassate
Marta Artico
MESTRE. Il commercio mestrino non riesce a riprendersi e piazza Ferretto, con il 40 per cento di negozi di abbigliamento chiusi, è la cartina tornasole della situazione.
Chiunque passeggi per le vie del centro se ne rende conto: il problema è che nonostante gli sforzi e il nuovo boom di turisti che affollano la città, non si è ancora riusciti a invertire la rotta, tanto che le vetrine vuote in cui specchiarsi avanzano inesorabili. Cosa che non accade, invece, con bar e locali, che sono aumentati del 5 per cento in pochi mesi.
Ieri la Confesercenti Città metropolitana di Venezia e Rovigo, ha presentato il censimento delle serrande abbassate nel cuore della città. Presenti il direttore Maurizio Franceschi e Alvise Canniello, che ha curato la parte relativa alle statistiche. La mappatura ha preso in esame 53 tra vie e piazze, le più centrali, le strade motore del commercio: da calle del Sale a via Colombo, da via Palazzo a via Sauro, piazzetta Giordano Bruno, via Einaudi, via Carducci, Riviera XX Settembre, via della Torre, via Teatro Vecchio, insomma il quadrante centrale che si irradia dal “salotto cittadino”.
Censimento
Sono state censite, in quest’ambito, 790 unità al piano terra non residenziali, di cui 495 commerciali/pubblici esercizi, 118 legate al terziario. Il dato più rilevante tra tutti è lo sfitto, ossia 177 unità (171 non contando gli sfitti ma arredati). Il 50 per cento delle attività sfitte è raggiunto e superato contando appena 12 vie con piazza Ferretto che da sola ne raggruppa l’8,2 %. Ecco perché lo sfitto in piazza, pesa di più che dalle altre parti.
Tra le categorie commerciali l’abbigliamento è al primo posto, con 135 negozi pari al 35,9 per cento del totale delle attività. Nel settore dei pubblici esercizi si contano ben 84 bar/pasticcerie (cresciute del 5 per cento) e ben 35 ristoranti.
Saracinesche giù
Il 50 per cento dello sfitto si raggiunge nelle prime nove vie e comprende, tra le altre, piazza Ferretto e via Olivi. Se nel 2012 lo sfitto rappresentava l’11,5 per cento della torta, nel 2019 rappresenta il 22,4 per cento, con punte che in questi anni sono arrivate a sfiorare il 24 per cento.
Se poi si guarda il dettaglio, ci sono strade e piazze dove lo sfitto rasenta il 70 per cento. Tra le messe peggio ci sono Piazzetta Giordano Bruno, Calle Corte Legrenzi, via Colombo, via Einaudi, via Ca’ Savorgnan, via San Rocco.
Piazza Ferretto
In piazza Ferretto prendendo in esame tutte le attività, tra bar e gelaterie ma anche punti vendita di apparecchi elettronici e banche, lo sfitto si attesta attorno al 23,1 per cento. Se il conto lo si fa solo prendendo in esame il settore dell’abbigliamento, locomotiva trainante il commercio di una città, i dati cambiano: 15 sono i negozi sfitti, il che significa che le saracinesche abbassate sono il 40 per del totale. Un numero che fa riflettere. Se a questo dato si aggiungono le due piazzette confinanti, orfane delle cosiddette “macellerie”, lo sfitto di abbigliamento oltrepassa il 50 per cento.
In piazza Ferretto hanno chiuso Stefanel, Sisley, che poi ha riaperto in galleria Barcella, negozi come Otto Marzo, Kartell. Proprio qualche giorno fa Gianantonio Furlan, ad dell’Img Cinema, ha spiegato che per ora anche l’ex cinema Excelsior rimane vuoto. Furlan ha anche smentito la voce, di aver rifiutato l’offerta di Zara che voleva prendere casa in piazza Ferretto facendo leva sul suo nome e dunque pagando poco. «Mai avuto contatti con Zara» ha spiegato. —
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