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Referendum separazione, ecco i primi sondaggi: «Solo uno su tre andrà a votare»

Il sindaco Brugnaro commissiona a proprie spese un’indagine. La battaglia per arrivare al quorum

Alberto Vitucci
1 minuto di lettura

MESTRE. Non è un sondaggio “ufficiale”. Ma un’indagine commissionata a società di fama nazionale per intervistare un un “campione significativo” di veneziani e mestrini. Se si andasse a votare oggi, la percentuale degli astensionisti potrebbe arrivare al 70%. La forbice dei possibili votanti infatti è compresa tra il 25 e il 30%. Un cittadino su quattro. Troppo poco per essere un risultato politico di peso nelle decisioni della Regione sulla futura autonomia amministrativa. Nel merito prevarrebbe il “No”. Ma sono numeri ancora poco indicativi.

Qualche settimana fa il sindaco Luigi Brugnaro ha interpellato alcune società demoscopiche - garantendo anche personalmente la copertura delle spese - per avere un segnale dell’argomento politico balzato di colpo all’attualità dopo la sentenza di appello del Consiglio di Stato che lo ha dichiarato “legittimo”. Tra le società interpellate la Ipsos e la Ghisleri. Il campione di mille intervistati rimanda una realtà poco interessata alla competizione elettorale che si terrà il 1° dicembre. «Normale», commenta un dirigente dei comitati separatisti, «la nostra campagna è cominciata da pochi giorni. La gente non sa nemmeno che si vota!».

Si capisce adesso perché il sindaco abbia scelto la strada della «non partecipazione», invitando addirittura i cittadini a «non votare». Input condiviso anche dall’ex sindaco Massimo Cacciari. Anche il presidente della Regione Luca Zaia, pur se la Lega ha un’anima autonomista, ha annunciato che «non parteciperà alla campagna referendaria». I grandi partiti lasceranno i loro elettori liberi di votare. Anime autonomiste nella Lega e Fratelli d’Italia, nei Cinque Stelle. Unioniste con qualche trasversalità nel Pd e in Forza Italia. Poi ci sono i comitati e i movimenti. Qualcuno punta a vincere lo scontro con il sindaco uscente portando a casa il referendum per la separazione. Per l’unione si sono schierate anche le organizzazioni di categoria. Industriali, albergatori, commercianti. Solo gli artigiani, in particolare in laguna, sembra coltivare il sogno autonomista per rincorrere le ultime possibilità di rinascita.

Ma il quadro è ancora confuso. «Noi non parteciperemo alla campagna referendaria», ribadiscono da Ca’ Farsetti. La speranza del sindaco è che non si raggiunga il fatidico quorum. La maggioranza assoluta (50% più uno) degli aventi diritto al voto. Gli autonomisti non ce la fecero solo nel 2003, nell’ultimo referendum vinto peraltro dai “No”.

È necessario il quorum per la validità del referendum? “Sì”, secondo gli unionisti, perché c’è scritto nella legge regionale e nella delibera che indica la consultazione per il 1° dicembre. “No”, perché è consultivo non abrogativo, secondo i fautori dei comuni separati. Sarà battaglia anche su questo nei 54 giorni che restano di campagna elettorale. —


 

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