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Adescava minorenni allenatore nei guai

L’uomo, un tecnico informatico trevigiano, è accusato di atti sessuali nei confronti delle giovanissime calciatrici

Maria Chiara Pellizzari
2 minuti di lettura

VENEZIA. Adescamento e atti sessuali nei confronti di ragazze minorenni dai 13 dai 16 anni: sono queste le contestazioni mosse contro Peter Priamo, tecnico informatico e allenatore di calcio a cinque, residente a Loria, verso il quale è stato richiesto il rinvio a giudizio. In questi mesi l’avvocato Simone Vianello del foro di Venezia, che lo assiste, ha cercato di alleggerire la posizione del proprio assistito e ha chiuso una transazione con almeno una famiglia delle giovani coinvolte, concordando un risarcimento di alcune migliaia di euro. La transazione non costituisce ammissione di responsabilità. Si tratta però di un accordo che consentirà a Priamo di arrivare all’udienza preliminare fissata per il 14 ottobre davanti al tribunale di Venezia con una posizione attenuata, evitando che la famiglia risarcita nel Trevigiano si costituisca parte civile. Priamo, attraverso il suo legale, ha aperto un dialogo con le famiglie delle giovani coinvolte, per cercare di trovare un accordo. «Bisogna tener conto del fatto che il capo d’imputazione degli atti sessuali verso minorenni non presuppone la violenza, ma il consenso», puntualizza l’avvocato Vianello.

Secondo l’accusa in tutti i casi, che risalgono al 2015, 2016 e 2017 in periodi diversi, Priamo non avrebbe usato violenza nel senso fisico del termine, in quanto anche nei casi in cui ci sarebbe stato, in base alle indagini, un rapporto sessuale, questo sarebbe stato consensuale. Le situazioni che hanno coinvolto le giovani, alcune soprattutto dal punto di vista emotivo, sono diverse. Dai fiori donati da Priamo alle lettere d’amore agli approcci fisici, anche superficiali, fino all’invio di una foto a sfondo sessuale via Whatsapp che l’uomo avrebbe chiesto e ottenuto da una giovane veneziana. La denuncia, partita dalla madre di quest’ultima dopo la scoperta della foto sul telefono della figlia, ha fatto scattare le indagini. Da ex allenatore del Futsal Giorgione, da cui è stato allontanato da gennaio 2016 dopo le segnalazioni, Priamo avrebbe intrattenuto alcune relazioni con calciatrici minorenni. I fatti non si sarebbero svolti direttamente in ambiti sportivi, ma sul caso si è mossa anche la giustizia sportiva che tramite il tribunale federale territoriale ha deciso di applicare la massima sanzione inibendo all’uomo di svolgere per cinque anni qualsiasi attività in seno alla Figc e precludendogli di assumere ruoli nella Federcalcio, poiché la veste di allenatore gli avrebbe permesso di beneficiare di una posizione di particolare affidamento da parte delle atlete. Una sanzione drastica, che il tribunale sportivo ha deciso di applicare anche senza attendere gli sviluppi del procedimento penale, per cui c’è ad oggi una misura cautelare che impone a Priamo di mantenere le distanze dalle minorenni coinvolte con obbligo di dimora a Loria. All’udienza del 14 ottobre l’avvocato Vianello potrebbe chiedere il patteggiamento oppure, in caso di rigetto, il giudizio abbreviato. —

Maria Chiara Pellizzari

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