TORRE DI MOSTO. Dopo cinque mesi di lavori e quasi tre di chiusura completa al traffico, è stato riaperto il ponte della Pace, lungo la provinciale 58 che collega il territorio dei Comuni di Ceggia e Torre di Mosto. Il ponte, che sorge in località Staffolo sul canale della Pace, è stato al centro di un profondo intervento di risanamento e riqualificazione, conclusosi con le prove di carico.

L’intervento di manutenzione straordinaria, attuato dalla Città metropolitana, era iniziato lo scorso aprile. Ma la chiusura completa del ponte è avvenuta solo da metà giugno, per non creare disagi al transito di un bus del trasporto scolastico, come concordato con i due Comuni coinvolti. In un primo momento la riapertura era stata ipotizzata per fine luglio, ma poi i lavori si sono rivelati più complessi del previsto. È stato fondamentale, però, averli conclusi prima della riapertura dell’anno scolastico, per scongiurare disagi agli studenti.

«È stato un intervento molto lungo, ma necessario, che ha comportato una spesa di 330 mila euro. La sicurezza dei ponti e degli automobilisti viene sempre prima di tutto», spiega il consigliere delegato metropolitano Saverio Centenaro, «un ringraziamento va a chi ha svolto i lavori, ai dirigenti, funzionari e tecnici che hanno seguito i cantieri e ai sindaci dei Comuni di Torre di Mosto e Ceggia, Giannino Geretto e Mirko Marin, per la collaborazione». I lavori principali hanno visto il rinforzo dei piedritti delle pile e delle travi di impalcato e la realizzazione di una nuova soletta. È stata rinnovata la protezione della spalla lato Ceggia contro i fenomeni erosivi. Sono stati eseguiti il rifacimento dell’impermeabilizzazione dell’impalcato e la realizzazione dei giunti di dilatazione, oltre alla sostituzione dei parapetti laterali con idonee barriere bordo ponte.

Si è provveduto alla sostituzione degli appoggi e alla realizzazione di ritegni sismici laterali. Nelle prossime settimane saranno ultimate alcune lavorazioni di finitura sui giunti stradali, gli scarichi per le acque meteoriche e la difesa di sponda. —

Giovanni Monforte

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