Turismo a Venezia, primo sensore sui flussi ai Gardini Papadopoli
La tecnologia permetterà di agganciare i telefonini, contando le persone che arrivano. Il progetto è coordinato da Ca’ Foscari: «Grazie ai dati monitoreremo arrivi e partenze»
Vera Mantengoli
VENEZIA.Il Grande Fratello è vicino. Dopo mesi di attesa per ottenere i permessi dalla Soprintendenza, è arrivato il via libera per installare i sensori in città, come annunciato da tempo dall’amministrazione. Tra gli obiettivi, quelli di mappare la mobilità di chi viene e chi va in tempo reale e, grazie alle celle telefoniche, capire la provenienza dei visitatori e gli itinerari che percorrono.
La privacy verrà rispettata: i sensori sono configurati non per riprendere le persone, ma per coglierne la presenza in base a dei parametri inseriti (per esempio, corpo in movimento con un’altezza da un metro e mezzo a due).
Per quanto riguarda le celle telefoniche i sensori non svelano il numero del cellulare, ma ne riconoscono la presenza. I primi sensori verranno posizionati in questi giorni ai Giardini Papadopoli, nel passaggio che porta al Ponte dei Tolentini.
Successivamente verranno collocati in tutta la città per un totale di circa una quarantina. I dati confluiranno nella Smart Control Room. Telecom si è aggiudicata l’appalto per i dati sulla telefonia, mentre la ditta Axians per i sensori.
La lettura dei dati sarà affidata al professore Armando Bazzani, già docente a Venezia e ora al Dipartimento di Fisica e Astronomia di Bologna. La notizia è trapelata a margine dell’incontro sui progetti Inerreg Italia-Croazia, presentati nello spazio della Regione Veneto ieri all’Hotel Excelsior del Lido. Le 72 idee scelte dalla Regione riceveranno i finanziamenti della Comunità Europea.
Tra queste c’è anche il progetto dell’università Ca’ Foscari Slides, a cui collabora anche Bazzani, su come utilizzare le nuove tecnologie per la gestione dei flussi turistici e la valorizzazione del patrimonio intangibile come per esempio il vetro e la gondola. La proposta risale al giugno 2017, ma si è concretizzata il primo gennaio 2019, quando è arrivato il finanziamento di 400 mila euro per trenta mesi. Il responsabile scientifico è il docente Michele Tamma del Dipartimento di Management di Ca’ Foscari.
«Il Comune è partner del progetto che terminerà il 30 giugno 2021» spiega Tamma «Venezia sarà modello anche per le altre città che partecipano come Dubrovnik e Sibenik in Croazia e Ferrara e Bari in Italia. L’idea è che i dati possano aiutare a comprendere anche il risvolto sociale ed economico della mobilità dei visitatori, portando alla luce per esempio quali zone sono state più visitate.
Lo scopo è comprendere come dare al visitatore informazioni personalizzate, non come ora che, cercando su Google, ha tanti imput non mirati». Come trasformare queste migliaia di dati in una semplice informazione che può cambiare il flusso in città? Si comincerà utilizzando quello che c’è, come l’applicazione WebMapp lanciata da poco dall’amministrazione comunale sulla Città Metropolitana.
«Il metodo è quello di raccogliere i dati e l’obiettivo quello di costruire un contenitore che li renda fruibili» spiega Bazzani «I dati ci consentono di misurare i flussi. Grazie alle celle telefoniche si può vedere come vengono utilizzati i mezzi pubblici o gli alberghi». —
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