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Migranti, primi trasferimenti resta attivo lo sportello sociale

In quattro tra i 23 e i 35 anni ieri hanno lasciato il centro e sono stati trasferiti a Jesolo Il servizio chiude dopo 5 anni per effetto della nuova legge

Carlo Romeo
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MIRANO. Sono cominciati ieri mattina i trasferimenti dei richiedenti asilo ospitati al Villaggio Solidale di via Miranese. La smobilitazione era nell’aria da tempo: la stretta del governo sulle politiche di accoglienza ha pesato non poco sulla difficile scelta di chiudere il centro, che non riesce più a sostenersi con i minori finanziamenti previsti dai nuovi bandi ministeriali. I migranti verranno quindi spostati fino allo svuotamento del Cas, che dà alloggio a 17 persone provenienti dall’Africa subsahariana, tra cui una famiglia con bambino.

Ieri l’arrivederci dei primi ragazzi, quattro giovani tra i 23 e i 35 anni, che sono stati portati al centro di accoglienza della Croce Rossa a Jesolo. «Una struttura più grande, dove non conoscono nessuno e che offrirà loro meno sostegno e assistenza», fanno sapere dal Villaggio Solidale, attivo nell’accoglienza da 5 anni. Il Cas di Mirano non è un semplice dormitorio, ma svolge molteplici attività per aiutare gli ospiti a integrarsi. Scuole di italiano, progetti di volontariato, stage di formazione e inserimento lavorativo, oltre a iniziative come “Indovina chi viene a cena”, per coinvolgere la cittadinanza tramite pasti condivisi con i richiedenti asilo. Attività destinate a finire con il dislocamento dei ragazzi: «Per loro è difficile da accettare», spiega Monica, responsabile dell’accoglienza, «perché avevano progetti lavorativi e di vita nel territorio, ora dovranno ricominciare da capo». Come i giovani partiti ieri, che da un anno vivevano a Mirano: uno era volontario in un centro equitazione, un altro faceva il sarto e con i soldi dei primi lavoretti aveva comprato una macchina da cucire. «È stato difficile decidere chi dovesse andare via per primo», raccontano gli operatori, «sono scelte complesse, prese in base a valutazioni di tipo lavorativo, sanitario e personale».

I trasferimenti in piccoli gruppi, coordinati con la Prefettura, continueranno nelle prossime settimane, ma il Villaggio Solidale non chiuderà i battenti: «Continueremo a dare aiuto e assistenza alle persone in situazioni di svantaggio sociale». —

Carlo Romeo

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