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«Le inchieste dimostrano il ruolo di Claudio Casella»

C.M.
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caorle. «I Casalesi hanno esportato il modello Eraclea anche a Caorle: voto di scambio, intimidazioni, sostituzione dello Stato per dare risposte ai cittadini e affari nel mattone. La camorra nel Veneto Orientale ha messo radici. E non da ora. È emerso in maniera evidente dalle audizioni fatte dalla Commissione Antimafia nei due giorni in cui è stata in Veneto, a Verona e poi a Venezia». Due settimane fa è stato il deputato del Partito Democratico, componente della Commissione Antimafia,Nicola Pellicani a denunciare quanto emerso dalle deposizioni fatte davanti ai commissari da chi si occupa di contrastare le organizzazioni criminali ad iniziare dal Procuratore Capo di Venezia Bruno Cherchi.

Il centinaio di arresti per mafia, avvenuti tra febbraio e marzo, nelle province di Verona, Venezia, Vicenza e Padova, hanno fatto riaccendere i riflettori sul litorale dove gruppi di camorristi si sono insediati da qualche decennio, ma solo recentemente sono stati colpiti dalle inchieste.

Cinquanta delle persone arrestate riguardano il clan camorristico di Luciano Donadio che aveva il centro dei suoi affari ad Eraclea. Ma le stesse indagini su Eraclea hanno aperto altri spiragli su presunte infiltrazioni dello stesso clan a Caorle. «Le indagini di Eraclea hanno dimostrato la capacità della camorra di condizionare la vita politica e sociale. Le indagini sulle attività del clan dei casalesi e del boss Luciano Donadio consentono di accendere un faro sul resto del litorale, in particolare su Caorle, ha spiegato Pellicani. Dalle ordinanze cautelari emergono con chiarezza i rapporti tra Donadio e Claudio Casella, ex carabiniere del ROS, già al centro dell’inchiesta Aemilia. A Caorle come a Eraclea appaiono evidenti anche i rapporti tra mafia, affari e politica, anche per i legami di Casella, supporter dell’attuale sindaco Luciano Striuli, favorendo la sua elezione. Modalità che richiamano quelle con cui Donadio ha sostenuto l’ex sindaco di Eraclea Mirco Mestre, finito agli arresti anche con l’accusa di voto di scambio. Casella è legato a Donadio, lo dicono le indagini. Per far piena luce su questa vicenda, di cui è competente territorialmente la Procura Antimafia triestina, ho chiesto formalmente alla Commissione di audire al più presto il Procuratore Capo di Trieste». —

C.M.

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