Stella Maris, è scontro «Manca personale»
La rabbia dei dipendenti: «Pochi per coprire tutti i turni» La direzione replica: «A luglio tante malattie improvvise»
Eugenio Pendolini
LIDO. Turni straordinari, ferie accumulate, carenza di operatori in servizio. Tanto che, nei casi di maggior emergenza, solo due per piano si ritrovano a gestire 125 ospiti. È la situazione «devastante», come la definisce Carlo Alzetta (Cisl), in cui versano i dipendenti dello Stella Maris. Insieme al San Camillo, la casa di riposo rientra nell’operazione da almeno 20 milioni di euro che ha sancito il passaggio dell’ospedale degli Alberoni a Villa Salus e dello Stella Maris stesso alla cooperativa Codess. Entrambe le strutture sono state acquistate da Silver Fir, un fondo di investimento con sede in piazza San Babila a Milano, specializzato in operazioni legate alla sanità. I sindacati si dicono preoccupati per il futuro dei lavoratori, e per questo incontreranno il prefetto a inizio agosto (l’incontro di ieri è stato rinviato). Ma nel frattempo, a tenere banco è la quotidianità all’interno della casa di riposo. «La situazione sta degenerando», confessano i lavoratori, «chi subentrerà sappia che c’è un problema di carenza di personale. Siamo 53, di cui 6 part-time, a dover gestire 125 ospiti divisi nei quattro piani della struttura». A sentire chi da anni è assunto nella struttura, i disagi riguarderebbero proprio l’organizzazione del lavoro a causa di malattie di lunga durata, non rimpiazzate: «Per tappare buchi a chi è in servizio viene chiesto di fare turni in più. Con un accumulo di monte orario e di ferie». Alla difficoltà fisica, si aggiunge quella mentale: «I familiari si sfogano su di noi». E infatti, l’aspetto più grave è che tutto ciò va a riflettersi sul servizio offerto ai pazienti. In particolare, per gli operatori in sottorganico sarebbe complicato riuscire a dare un’assistenza adeguata agli ospiti non autosufficienti. «L’azienda», spiega Carlo Alzetta, Cisl, «sta tentando di assumere, ma non si trova personale». Anche la Uil con Piero Polo si dice «preoccupata per una carenza di personale generalizzata in tutto il Veneto». La replica della direzione: «Pur comprendendo i disagi, l’assistenza agli ospiti è sempre stata garantita», fa sapere, «Per quanto riguarda gli operatori sanitari, il rapporto previsto dai parametri regionali tra numero e ospiti della casa di riposo è ampiamente garantito anche in caso di emergenza». Nel mese di luglio, ammette la direzione, sono stati due i casi di criticità «legati ad un improvviso incremento delle certificazioni di malattia presentato dai dipendenti». «Proprio a causa dell’elevato numero di malattie», continua la direzione, «non è facile garantire il numero ottimale di presenze giornaliere. Ma questo è un aspetto comune a molte strutture sanitarie in Italia. La direzione dello Stella Maris ribadisce il proprio dispiacere per non essere riuscita a garantire il livello di servizio cui sono abituati i nostri ospiti, ma di aver cercato sempre di dare il massimo». —
Eugenio Pendolini
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