Ecco il nuovo ponte per collegare il centro di Mestre e la Città Giardino
Firmato ieri a Ca’ Farsetti l’accordo di programma con Fs Due torri albergo, uffici, case e centro direzionale in via Ulloa
Alberto Vitucci
Un nuovo grande boulevard dalla Città Giardino a piazza Ferretto. Da Marghera a Mestre si potrà andare anche a piedi. Percorrendo il nuovo ponte sopraelevato e saltando la storica frattura rappresentata dalla stazione ferroviaria. Una nuova mobilità, con il parcheggio all’uscita dell’autostrada da Padova e la possibilità di prendere bus o tram. Oppure andare a piedi. E un nuovo quartiere nell’area di via Ulloa, con un grande parco, due torri albergo, un edificio residenziale e un centro direzionale.
Prende forma il sogno della nuova Mestre. Nove anni dopo i primi accordi è stato firmato ieri a Ca’ Farsetti l’Accordo di Programma tra Comune e Ferrovie dello Stato. Prevede la «riqualificazione» dell’area abbandonata intorno alla Stazione. Compreso il riuso del deposito di via Trento (dove sarà ampliato il parco del Piraghetto con nuovi edifici residenziali) e il ridisegno urbanistico di quella parte di città. A firmare il documento il sindaco Luigi Brugnaro e l’amministratore delegato di Ferrovie Sistemi Urbani Umberto Lebruto, alla presenza dei privati che finanzieranno l’operazione, il gruppo Impregilo Salini. Quanto costerà, il sindaco non lo ha detto. Mancano ancora i «progetti esecutivi», e qualcosa potrebbe cambiare. «Ma siamo nell’ordine delle centinaia di milioni di euro, con indotto sul lavoro e un effetto benefico sulla città». Esempio virtuoso, scandisce il sindaco, «di come si possano fare le cose senza indebitare il Comune. Certo il privato deve avere il suo ritorno, perché l’operazione si regga. Il pubblico deve dettare le regole».
In questo caso le Ferrovie metteranno a disposizione aree pregiate ma ampiamente degradate. Vendute al privato (Impregilo) che in accordo con il Comune che ha modificato le destinazioni urbanistiche realizzate nell’area di via Ulloa una cittadella ricettivo-finanziaria e un parcheggio oltre al parco. «Puntiamo alla qualità», dice Elena Sciliberto, consigliere del gruppo Cevid – società di Impregilo. E ricorda come l’idea progettuale sia stata affidata agli architetti inglesi dello studio Grimshaw, che hanno progettato la riqualificazione di aree industriali abbandonate sul Tamigi. Mattoni, vetrate, verde. Due torri da adibire ad albergo. Non mancavano, visto il proliferare degli ostelli e dei nuovi alberghi intorno alla stazione di Mestre. «Ma non sarà mica gente che viene tutta a San Marco», frena subito Brugnaro, «noi puntiamo alla rinascita di una parte di città. Negli alberghi si fermeranno anche clienti che restano a Mestre e Marghera. E in quelli della stazione potranno il prossimo anno fermarsi i giovani che vengono ai concerto. Stanze a pochi soldi invece delle tende».
Il progetto è ambizioso. E il sindaco annuncia l’idea di realizzare una via di collegamento luminosa tra le due città isolate da decenni dalle rotaie. Un «segno luminoso», strade con luci e alberi colorati. Aree degradate recuperate e abitate. Con la gente che potrà andare a piedi nel centro di Mestre, passando per il grande ponte sopraelevato. Oppure alla vicina rotatoria del Vega, e per la pista ciclabile a Mestre e Venezia.
Nei piani delle Ferrovie c’è anche il rifacimento dell’area davanti alla Stazione. Diventerà un nuovo «hub» dice Lebruto, «cambierà fisionomia e metterà in rete i due centri. «L’idea è quella di ricucire la città, creare un nuovo collegamento», dice David Morganti di Impregilo». Sei mesi per le ultime verifiche all’accordo. Poi, il progetto esecutivo. —
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