Il dentista-faccendiere in aula «Investimenti per i clienti»
La difesa di Alberto Vazzoler ci riprova: via il processo da Padova L’imputato ha rilasciato spontanee dichiarazioni contestate dal pm D’Angelo
Cristina GenesinJESOLO. Nell’arco di un anno saranno anche cambiati i componenti del collegio difensivo del dentista-faccendiere veneziano Alberto Vazzoler, considerato il “re” del riciclaggio internazionale. Diversa la squadra ma il traguardo è sempre e solo uno: portare via il processo da Padova. Strappare le carte alla procura della città del Santo e trasferirle altrove.
Magari a Bergamo oppure a Venezia come è riuscito a fare l’avvocato Gian Domenico Caiazza (presidente della Camera Penale italiana) ultimo (in ordine di tempo) difensore della compagna di Vazzoler, la trevigiana Silvia Moro. Il filone d’indagine a carico della donna (disoccupata e normale famiglia di provenienza ma nessun problema a sborsare cifre stellari per pagare le parcelle dei più noti professionisti del foro italiano) passerà alla procura della città lagunare. Il motivo? Una delle mail che avrebbero concretato il reato di riciclaggio sarebbe stata confezionata e spedita da Jesolo.
Per lui, ieri, ennesima udienza del processo per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, un giro ipotizzato da 117 milioni di euro. E di nuovo la richiesta (ri)proposta dai difensori, il penalista Francesco Murgia e la collega Maria Grazia Stocco: dichiarare l’incompetenza territoriale del tribunale di Padova. E spedire il processo a Venezia (o Bergamo). Il che significherebbe ricominciare daccapo ovvero dalla chiusura delle indagini da parte di un (nuovo) pubblico ministero. Tradotto: almeno un altro anno per arrivare alla fase attuale processuale con un progressivo avvicinamento del termine della prescrizione. Il tribunale (presidente il giudice Nicoletta De Nardus) si pronuncerà nell’udienza fissata prima della pausa estiva per l’11 luglio.
Ieri Vazzoler, come preannunciato, ha parlato oltre mezz’ora. Spontanee dichiarazioni (nessun interrogatorio) per ribadire la “sua” verità” dopo un’ampia premessa che gli è costata più di qualche richiamo del giudice e del pm Roberto D’Angelo in quanto non aderente al tema del processo. Vazzoler aveva esordito citando la sua docente di latino e greco al liceo, arrivando fino al romanzo le Metamorfosi di Kafka senza tralasciare di ammettere «sono ipocondriaco» e «sono una persona che vive in un mondo tutto suo». Il tutto, in sintesi, per ribadire che aveva trattato il patteggiamento (salvo poi cambiare idea e scegliere il processo) perché il precedente difensore («uno dei più grandi studi italiani...») gli aveva prospettato un’indagine «mostruosa» nei suoi confronti. «L'avvocato mi dà una "sentenza"... mi dice che ha previsto questo accordo, che devo ammettere tutto fino all'ultimo, denunciare agli altri imputati...Ho saputo che Elena (la coindagata Elena Maganelli Di Rienzo) era incinta ed era andata in disperazione totale: aveva già avuto due aborti e mi sentivo colpevole della situazione. Così comunico al pm: ho delle disponibilità e chiedo di metterle sul piatto» ha raccontato. Immediato l’intervento del pm D’Angelo per correggere il tiro: tutto infondato, ha ribattuto citando gli interrogatori dell’imputato. Imputato che ha negato il riciclaggio. Per lui solo operazioni di investimento «svolte per la nostra clientela tramite banche leader internazionali. E poi «mai incassati contanti». Peccato che molte intercettazioni o sms siano di ben altro tenore. Come quel whatsapp che la sua fidanzata Silvia Moro, molto dispiaciuta, un giorno spedisce alla sorella: «Mio Dio, volevo fare lo strudel, l’ho messo in forno e ho acceso il fuoco. Mi ero dimenticata che Alberto ci aveva nascosto 40 mila euro... tutti bruciati». —
Cristina Genesin
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