«Violenza di gruppo sul giocatore all’esordio» Richiesta-bis di condanne
Ru.B.La pm Lucia D’Alessandro in primo grado aveva chiesto condanne totali per 29 anni a carico di due allenatori e cinque giocatori della squadra di football americano degli Islanders Venezia. Pesantissime le accuse: violenza sessuale di gruppo, percosse, lesioni personali e violenza privata per una sorta di rito di iniziazione di un giocatore, un ventenne veneziano al suo debutto. Ma il tribunale collegiale a fine 2017 aveva assolto tutti gli imputati per non aver commesso il fatto. Un anno e mezzo dopo, la vicenda che aveva travolto gli Islanders Venezia è tornata in tribunale. Ieri davanti alla terza sezione penale della Corte d’Appello - presidente Alessandro Apostoli Cappello - il sostituto procuratore generale ha chiesto di reiterare le richieste di condanna così come formulate in primo grado dalla pm, sostenendo che la goliardia non ha alcun ruolo nella vicenda: 3 anni e 8 mesi ciascuno per gli allenatori Stefano Brutesco, 52 anni di Mogliano, e Tommaso Canuto, 50 anni di Mestre e 4 anni e 4 mesi per i giocatori Giancarlo Serio, 38 anni di Mestre, Marco Grinzato, 27 anni di Mestre, Giacomo Canal, 28 anni di Mogliano, Claudio Pavanello, 43 anni di Mestre, e Stefano De Giorgi, 40 anni di Martellago. A presentare appello, la pm. La parte civile, rappresentata dall’avvocato Gabriele Annì, ha chiesto ai giudici d’Appello di concedere la provvisionale di 1 milione 350 mila euro come chiesto in primo grado. Le difese si sono battute per la conferma della sentenza.
I riti di iniziazione sarebbero avvenuti a giugno 2011, al primo piano del pullman su cui la squadra viaggiava verso Venezia dopo una trasferta a Trieste. «L’azione è stata posta in essere nel quadro di una squadra di football americano, ambiente in cui la forza fisica e la mascolinità notoriamente assumono valore tradizionale e triviale e in cui l’ingresso dei neofiti è celebrato attraverso il superamento di prove che ricordano gli scherzi che i maschietti si fanno all’asilo o alle scuole elementari», avevano scritto i giudici nelle motivazioni. E ancora: «Il contesto era tutt’altro che orientato all’erotismo». Sentenza il 1° luglio. —
Ru.B.
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