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Si conclude il Ramadan Comunità islamiche in festa dopo il digiuno

Marta Artico
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E’ l’unico giorno dell’anno in cui la maggior parte dei negozi etnici della città (fruttivendoli market e macellerie bengalesi) rimarrà chiusa, almeno mezza giornata. I musulmani si preparano a festeggiare la Eid al-Fitr, la “festa dell’interruzione” che cade il primo giorno del mese di Shawwal, il decimo del calendario e che catalizza migliaia di persone ogni anno, che si recano a Mestre e Marghera un po’ da tutta la Città metropolitana. A seconda della luna, che decreterà la fine del mese sacro di Ramadan, la festa verrà celebrata oggi (al 90 per cento) o mercoledì, terminato l’ultimo digiuno. I Centri si sono organizzati e hanno pianificato i luoghi di preghiera, dal momento che per tradizione la festa della Eid al-Fitr va celebrata insieme, in un luogo all’aria aperta dove poter pregare rivolti alla Mecca. La Comunità Islamica di Venezia e Provincia è tornata a chiedere, come avvenuto per le ultime edizioni delle celebrazioni, il parco di San Giuliano, spazioso e centrale. Organizzazione impeccabile, come tutti gli anni: ciascuno con il suo tappetino, imam che predicano in diverse lingue, traduzioni simultanee, security, parcheggiatori e ovviamente il kit per la preghiera. Anche una parte dei bengalesi in cerca di una sede dopo la chiusura del centro di via Fogazzaro, si recherà nel polmone verde di Mestre. Appuntamento a San Giuliano a partire dalle sette del mattino. Sempre i bengalesi pregheranno a Marghera, in via Paolucci, all’hotel Colombo di piazzale Giovannacci, a Mestre nel quartiere di Altobello, e in Corso del Popolo all’hotel Ambasciatori. A Marghera la situazione è calda: il Centro culturale neonato Alkhair – non riconosciuto dalla Comunità Islamica di Venezia e Provincia - che si riunisce al civico 3 di via Lazzarini nel nuovo stabile di proprietà a duecento metri di distanza in linea d’aria, ha organizzato in proprio la festa dell’ Eid al-Fitr. Il gruppo ha nominato un proprio imam e chiede il licenziamento del teologo siriano Hamad Mahamed, da anni punto di riferimento della comunità. Ieri nell’edificio addobbato si è svolta la cena comunitaria di rottura del digiuno, con 300 persone. —

Marta Artico

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